Civati: «Ma il Pd ci tratta come un fastidio»
Genova, sfida centrodestra-centrosinistra Il leader di Possibile: voto pulviscolare, i civici collaborino con la politica, diversamente sono guai. Il caso di Taranto, un esempio di frantumazione e occasioni perse
Genova, sfida centrodestra-centrosinistra Il leader di Possibile: voto pulviscolare, i civici collaborino con la politica, diversamente sono guai. Il caso di Taranto, un esempio di frantumazione e occasioni perse
«Il dato dell’astensione è impressionante, soprattutto dopo la massiccia partecipazione al referendum del 4 dicembre. E una delle cause è la frammentazione, la quantità di sigle al voto. È stato un voto pulviscolare: vedasi il caso di Taranto». A parlare è Pippo Civati, leader di Possibile.
Il centrodestra è meno frammentato.
Da tempo dico che l’armageddon quotidiano fra Pd e 5 stelle avrebbe favorito la destra. Che oggi torna in partita.
Ma M5s è andato male. O no?
Non sono andati bene, ma fa sorridere che l’analisi del voto parta dal dato dei 5 stelle. Sbagliammo a enfatizzare le vittorie di Roma e Torino, ora sbagliano a darli per morti.
A Genova la lista di sinistra contro il Pd non arriva al 5.
Il nostro Putti ha fatto un risultato dignitoso ma schiacciatissimo dalla sfida fra gli altri. Ma il Pd per la prima volta scende sotto il 20 per cento. E il centrodestra è in vantaggio.
Voterete il candidato del centrosinistra Crivello?
Non do indicazioni. Il secondo turno è fatto per scegliere il candidato che ha un impatto meno devastante per la città.
Cioè sceglierà con il principio della riduzione del danno?
Come abbiamo fatto a Milano, pur lasciando libertà di voto fra partecipare e votare Sala. Ma attenzione: i nostri voti comunque non basterebbero a Crivello. Lo stesso a Padova.
A Padova il vostro candidato ha già teso una mano al Pd. A Genova si sa già che non andrà così.
Lì si è partiti presto con un’assemblea larga e contenuti di sinistra. Il risultato è arrivato.
Se a Genova non date indicazioni vi diranno che volete far vincere la destra, come nel caso della Regione Liguria, nello scontro Toti-Paita.
Ma questa era la versione della propaganda renziana: i nostri voti non sarebbero bastati. Ci penseranno Crivello e Putti. Ma è difficile fra loro trovare una collaborazione. Quello che è successo fin qui conta. Al Pd la nostra lista ha provocato solo reazioni di fastidio. Detto questo, sono radicale e ragionevole: la questione di chi governerà le città me la pongo. Ma caso per caso.
Nel Pd sono tornate in voga le coalizioni?
Il Pd scopre che le coalizioni convengono? È pura tautologia. Segnalo che qualcuno le ha fatte saltare. A livello nazionale il Pd vuole fare Macron, ma nei comuni dice che c’è bisogno della sinistra: ha un problema politico gigantesco. Del resto la compatibilità fra il Pd renziano e le forme di vita a sinistra è scarsa. Fra noi e Renzi c’è un’estraneità reciproca.
È soddisfatto del dato della sinistra-sinistra?
Dipende dalle città. Paghiamo non avere un vero riferimento nazionale. Questo vale anche per le liste civiche. Servirebbe un riferimento nazionale.
Ora è arrivata la proposta civica di Falcone e Montanari.
Bene, ma l’importante è che civismo e politica abbiano spirito di collaborazione. In passato, da Gargonza in poi, la mancata collaborazione ha provocato il disastro della sinistra.
Da Gargonza a Ingroia, dice?
E oggi fino a Taranto, altro esempio di mancata collaborazione fra civismo e politica. Fornaro, il mio candidato ha preso il 10 per cento, Sebastio, l’altro di sinistra, altrettanto. È un’occasione mancata per entrambi. Dobbiamo trovare un progetto per riunire tutta quest’area.
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