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Civati: «La sinistra non è un problema interno al Pd»

Civati: «La sinistra non è un problema interno al Pd»Civati e la sua associazione E' possibile alla manifestazione Cgil a Milano

Intervista Il deputato dem oggi a Bologna lancia il 'Patto repubblicano'. «In Europa milioni di persone votano movimenti radicali, Renzi non faccia l'errore che fece Bersani con Grillo»

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 13 dicembre 2014

«Ho fatto tutto il corteo da porta Venezia a piazza Duomo. Era un corteo a forma di punto interrogativo. Le domande di tutti erano: chi ci rappresenta? che fa il Pd? quando facciamo la sinistra?». Pippo Civati è rientrato ora dalla manifestazione della Cgil a Milano.

Lei cosa ha risposto? Quando la fate questa sinistra?

Io condiziono questa scelta all’idea di governare. La lista ‘Tsivati’, Tsipras più Civati, non mi interessa. Noi a Bologna presentiamo un progetto, il Patto repubblicano (stamattina alla Scuderia di piazza Verdi ndr), con tutti i soggetti che abbiamo coinvolto e che coinvolgeremo. Le questioni sono ormai chiare: rappresentanza democratica, diritti dei lavoratori ma anche disoccupati esodati cassintegrati, che non sono rappresentati da nessuno. Io mi metto a disposizione del centrosinistra che non c’è più. Se il Pd dovesse rifiutare questa proposta, vuol dire che la risposta per me la darà Renzi.

Ma nel Pd sono in pochi a pensarla come lei.

La sinistra non è un problema interno al Pd, le mille correnti del Pd sono un genere letterario stucchevole, lo dico in senso autocritico. Dove va Civati o Fassina non importa. Ma è un dato che in Europa in molti paesi ci sono persone che si affidano a movimenti radicali. E in Italia è vietato anche solo parlarne. Perché? Perché Rifondazione si è divisa? Ma il mondo è cambiato, il paese è sempre più diseguale, e noi a un esodato cosa stiamo rispondendo? Se neghiamo l’esistenza di una sinistra, nel Pd e fuori, il rischio è che gli elettori cerchino altre strade.

Tutti i suoi colleghi dem escludono una scissione.

Il tema della scissione è molto giornalistico, ma il punto vero è se il Pd è interessato a fare una riflessione che sia comprensibile agli elettori di sinistra, che sono tanti, o no.

Sembra che Renzi abbia già risposto.

E però Renzi per primo dice che se andiamo avanti così arriverà la Troika, senza rendersi conto che sta parlando della sua sconfitta. Ma nel Pd questa riflessione non riguarda solo Renzi. Le larghe intese sono inziate prima di lui con quelli che dicevano che bisognava avere Monti come interlocutore. Non c’è mica bisogno che vinca Syriza in Grecia per capire che c’è un problema di rappresentanza degli esclusi. A noi interessa o no? Se si andasse a votare oggi con il programma del governo Renzi io non ci starei: non lo condivido. Se il problema per Renzi è guardare i sondaggi e vedere che questa sinistra sta sotto il dieci per cento, lo avviso che è un modo di ragionare pericoloso: lo fece il Pd prima di Renzi con Grillo.

Però D’Alema a Bari è stato fischiato.

Il fischio ormai lo rischiamo tutti. Chi ha avuto più responsabilità è penalizzato. E comunque nello schema politico che io contesto prima c’erano dentro tutti.

La futura sinistra è da mesi in partenza, oggi a Bologna che succede?

Stavolta si parte davvero. Il Patto repubblicano è il contrario del patto del Nazareno: è pubblico, trasparente, scritto. Chiediamo a chi lo firma di avere comportamenti coerenti, anche in parlamento. E ai cittadini di condividerlo. Ci rivolgiamo a quelli che si sentono esclusi.

Intanto domani all’assemblea Renzi vi chiederà di giurare sul sì alle riforme.

Inizi lui a rispettare gli impegni: aveva detto ’nessuno più sarà nominato’, e poi invece insiste sulle liste bloccate per tre quarti del parlamento. Dirà: il Pd farà le primarie. Dove ora abbiamo scoperto, guarda un po’, che ci sono meccanismi di potere, che certi candidati spendono troppo. Noi queste cose le abbiamo denunciate, infatti non le primarie le abbiamo vinte. Ma non prendiamoci in giro: quando chiesi di evitare i tesseramenti i blocco nessuno fece niente. Salvo poi, dopo, dire che c’erano troppe cose che non andavano bene. Più che gufi, questi miei colleghi sembrano le civette che si levano sul far del tramonto, quando i giochi sono fatti.

Insomma domenica voterà di nuovo no a Renzi?

Non lo so. Se intanto gentilmente Renzi ci dicesse di cosa si parla, uno potrebbe anche arrivarci preparato. Se chiedi ai suoi, c’è il poliziotto buono che dice ’niente, tranquilli’ e quello cattivo che dice ’basta è finito il Pd’. A questo gioco non ci sto. Se chiede obbedienza sulla Costituzione faccio presente che è pure contro la prassi costituzionale. E che tutta questa enfasi serve a Renzi per nascondere i suoi ritardi, i suoi fallimenti. Invece di occuparsi di Cuperlo e Civati poteva occuparsi del semestre europeo che è finito come l’estate dei Righeira, nessuno se n’è accorto. E stiamo peggio di prima.

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