Sembra Nino Manfredi in Vedo nudo, film di Dino Risi del 1969. Invece è Edmondo Cirielli, deputato di FdI e vice ministro degli Esteri. Cirielli vede in giro molte persone nude, sopratutto immigrati «incuranti della presenza di altre persone, anche minori». Ed è molto preoccupato per il «degrado morale che affligge la nostra collettività» e per la «sicurezza pubblica». Anche la prostituzione «praticata sulla pubblica via» lo affligge, ma solo quando i «signori clienti» non adottano «specifiche cautele, come l’appannamento o la copertura dei vetri della vettura».

Così appena eletto deputato, l’attuale viceministro, noto per aver promosso una delle leggi ad personam (quella del 2005 sulla prescrizione breve, divenuta ex Cirielli perché sconfessata dall’ autore a causa delle modifiche apportate al suo testo) ha depositato una proposta di legge: «Modifiche all’articolo 527 del codice penale in materia di atti osceni». Il reato è stato depenalizzato, e così per Cirielli «negli ultimi anni si stanno verificando con sempre maggiore frequenza comportamenti degradanti» e molti «continuano indisturbati a perpetrare condotte ritenute sussumibili nella fattispecie di atti osceni in luogo pubblico».

Sono soprattutto gli immigrati a ossessionarlo: «Non avvezzi ai costumi, alle consuetudini e alle norme etiche e giuridiche che regolano la convivenza civile nella nostra società e sradicati dagli ambienti di provenienza, compiono talora azioni oscene o degradanti nelle nostre città. Troppe volte apprendiamo dalle cronache locali, o vi assistiamo di persona, di immigrati che si aggirano per le strade nudi, ovvero si denudano». Serve la galera (previsti da 3 mesi a 3 anni). Ma bisogna punire con maggiore severità anche chi copre troppo il corpo: per chi indossa il casco alle manifestazioni Cirielli prevede in un’altra proposta di legge la reclusione da 1 a 4 anni e multe da 3mila a 10mila euro.

In effetti c’è da preoccuparsi. Ma «Fonti di maggioranza» provano a ridimensionare il caso: la proposta di legge sugli atti osceni è stata depositata il 13 ottobre quando Cirielli non era ancora viceministro. E «non fa parte dell’agenda del governo». (mi.b.)