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Cinque cechi scomparsi, probabile rapimento

Libano Tra i cinque cechi c’è il difensore legale di Ali Fajad, un cittadino ucraino di origine libanese detenuto a Praga per un affaire di traffico d’armi con presunti gruppi terroristi

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 21 luglio 2015

Ancora mistero sui cinque cechi rapiti nel week end nella valle del Bekaa presso la cittadina libanese di Kefraya, anche se si fa sempre più probabile la pista del rapimento. Sul luogo del ritrovamento dell’automobile, che trasportava la comitiva, sono stati infatti ritrovati i cinque passaporti dei cechi, del denaro in contante, le carte di credito e delle telecamere.

Proprio questi dettagli farebbero luce sulla natura della scomparsa. «A mio parere si tratta di un chiaro segnale che è stato commesso un sequestro, in quanto lasciando sul luogo i documenti si dice chi è stato sequestrato», afferma l’ex capo dei servizi segreti cechi Andor Sandor.

A rivelare l’interesse dei probabili sequestratori è l’identità dei sequestrati. Tra i cinque cechi c’è infatti il difensore legale di Ali Fajad, un cittadino ucraino di origine libanese detenuto a Praga per un affaire di traffico d’armi con presunti gruppi terroristi. Altri due cechi erano giornalisti di una tv locale, che stavano girando un reportage sull’Isis e sui migranti in Libia.

Facevano parte del gruppo anche un interprete e infine una persona, che secondo le fonti libanesi sarebbe un alto funzionario degli apparati di sicurezza cechi. Infine tra i sequestrati c’è anche l’autista libanese del gruppo, che sarebbe un parente stretto, forse perfino il fratello, di Ali Fajad. E proprio il caso di Ali Fajad sempre la chiave di volta della vicenda libanese tenendo conto che i sequestri di stranieri non sono il modus operandi preferito dei gruppi paramilitari e terroristici presenti in Libano nel periodo post Guerra civile (ultimo caso simile risale al 2011). Ali Fajad era stato infatti arrestato in aprile di quest’anno a Praga con due persone provenienti dalla Costa d’Avorio, in quanto sospettati dai servizi segreti americani di essere dei rifornitori d’armi per diversi gruppi terroristici.

Gli agenti americani hanno adescato i due spacciandosi per rappresentanti delle Farc. Dopo questo primo contatto i due cittadini della Costa d’Avorio si sono messi in contatto con Ali Fajad, che all’epoca (nel 2012) era un alto funzionario del ministero della difesa ucraino e poi dell’azienda di stato di esportazioni delle armi Ukrspecexport. Dopo numerose trattative, i tre vennero arrestati a Praga. Il primo grado di giudizio per l’estradizione negli States finì a sfavore degli arrestati, ma la decisione di prima istanza è stata rovesciata dal Tribunale supremo rimandando la causa al punto di partenza. Dal punto di vista giudiziario, la posizione dei tre accusati rimane ancora aperta. Infine rimane aperta la questione sul chi possa aver ordito il sequestro. La prima ipotesi avanzata dagli ambienti di sicurezza cechi e libanesi riguarda uno «scambio di prigionieri» tra i il gruppo arrestato a Praga e i cinque sequestrati in Libano.

Tuttavia l’ipotesi ha alcuni punti deboli. In primo luogo i tre arrestati a Praga sembrano un gruppo di trafficanti d’armi senza appoggio presso alcun specifico gruppo terroristico operante in Libano.

A questo proposito è stata anche smentita dal giornale libanese L’Orient – Le Jour l’appartenenza di Ali Fajad al partito degli Hezbollah. Inoltre le autorità ceche difficilmente si potrebbero prestare a uno scambio di prigionieri . Non è quindi da escludere che il sequestro possa avere delle finalità diverse rispetto a quelle ipotizzate fin’ora.

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