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Cingolani sotto tiro: «Mitigheremo i costi». Conte fa buon viso

Cingolani sotto tiro: «Mitigheremo i costi». Conte fa buon visoRoberto Cingolani – LaPresse

La bolla del gas Il ministro criticato da ambientalisti e parlamentari grillini incontra la delegazione del M5S per un chiarimento «proficuo»

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 15 settembre 2021

Roberto Cingolani finisce sotto l’occhio del ciclone sul costo delle bollette e le politiche energetiche e cerca di apparire più rassicurante «Il governo è fortemente impegnato per la mitigazione dei costi delle bollette», dice dopo ore in cui è al centro di rivendicazioni e proteste. Accade proprio nel giorno in cui era fissato il vertice di chiarimento con Giuseppe Conte e la delegazione al governo del Movimento 5 Stelle dopo gli scivoloni sull’ambientalismo radical chic e l’insistenza sul ritorno del nucleare. Così, la forza politica che lo ha indicato come ministro della transizione energetica e che adesso chiede di essere ascoltata. «Abbiamo convenuto che dobbiamo intervenire per calmierare questi prezzi, c’è una congiuntura internazionale ha portato un incremento notevole del gas, in un momento di particolare sofferenza – assicura Conte alla fine della riunione – Il M5S formulerà proposte e sia Cingolani sia il governo sono disponibili a confrontarsi per calmierare i prezzi. La congiuntura potrà continuare».

«LA TRANSIZIONE ecologica è nel Dna del M5S ma deve essere nel Dna di tutte le forze politiche», dice ancora Conte. Che nel tentativo di riacciuffare Cingolani, cerca di trovare un punto di equilibrio che gli consenta di dare un senso all’appoggio al ministero che Grillo considerava decisivo, anche per questo dice che Cingolani ha negato ogni impegno sul fronte del nucleare e garantito investimenti in energie rinnovabii. «Come sistema italiano – aggiunge Conte – stiamo puntando a incrementare le ecotecnologie, è questo il nostro orizzonte. Cingolani condivide questa posizione, ha chiarito la sua posizione». Ma accade che nelle stesse ore i parlamentari spingono perché l’uomo della transizione ecologica cambi radicalmente approccio. «Non c’è tempo da perdere – affermano i deputati del M5S in commissione attività produttive – Bisogna varare subito misure adeguate a proteggere famiglie e imprese dall’impennata del costo dell’energia che si ripercuote sulle bollette». E ancora: «Siamo pronti a discutere con governo e maggioranza queste misure – proseguono – a ridurre le emissioni di gas serra. Sicuramente si può intensificare il ricorso ai fondi derivanti dal maggior gettito prodotto dalle aste CO2, abbassando i costi a carico dei cittadini. Accanto a questo si può ridurre l’Iva su energia elettrica e gas quando il prezzo raggiunge determinate soglie. Guardando a quanto fa la Spagna, anche l’Italia potrebbe poi istituire un fondo destinato a coprire gli oneri delle rinnovabili e finanziato dai venditori di tutti i settori energetici non rinnovabili, nonché dai proventi delle aste CO2, già disponibili, in modo da poter intervenire tempestivamente». Si fa sentire anche il Pd: la capogruppo alla camera Debora Serracchiani sostiene che «una situazione con così allarmanti ricadute sociali non può essere affidata esclusivamente a logiche di mercato e per questo abbiamo chiesto l’intervento del governo».

I VERDI EUROPEI chiedono le dimissioni del ministro. Wwf, Greenpeace e Legambiente lo «invitano il ministro a misurare le parole, a esporre i fatti in modo completo e non per battute e soprattutto a svolgere il compito cui è stato chiamato, cioè attuare la transizione ecologica». «Di fronte a un problema, si cerca di accusare i soldi spesi per una giusta causa (in questo caso il prezzo della CO2, in passato gli incentivi alle rinnovabili) per alzare una cortina fumogena – scrivono associazioni ambientaliste – Questo impedisce di comprendere e ovviare alle dinamiche speculative internazionali sui prezzi e sull’approvvigionamento del gas. Ma soprattutto mette in ombra l’indubbio ruolo calmierante che le rinnovabili stanno avendo per la bolletta elettrica, visto che ci consentono di limitare le importazioni di gas». «Questo dovrebbe quindi indurci ad accelerare sulla transizione energetica e, nel settore elettrico, favorire il passaggio diretto alle rinnovabili – proseguono le associazioni – È lo stesso vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, a dichiarare che solo un quinto dell’attuale aumento dei prezzi può essere attribuito alla crescita del prezzo della CO2». Insomma, sia gli ambientalisti che gli eletti 5 Stelle accusano Cingolani di esprimere di volta in volta tutte le difficoltà della transizione ecologica, invece di sottolinearne le possibilità e magari esplorarle concretamente, visti i fondi del Pnrr. «Viene il sospetto – scrivono ad esempio Wwf, Legambiente e Greenpeace – che si voglia creare il caso per giustificare una compensazione che rischia di essere un ulteriore sussidio ai combustibili fossili».

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