ExtraTerrestre

Cinema e Natura si risposano

Un'immagine da White plastic skyUn'immagine da White plastic sky

A Roma Torna la rassegna tutta dedicata ai temi ambientali per esplorare l’orizzonte di un cambiamento e i confini di nuove relazioni tra noi e il Pianeta

Pubblicato 23 giorni faEdizione del 19 settembre 2024

Cosa succederebbe la razza umana potesse pensare a se stessa come parte di una storia più grande? Se riuscissimo a capire che la vita stessa è più importante della vita umana? Se non ci limitassimo a scalfire la superficie con le parole, ma facessimo davvero il salto in un futuro transumano?». Con queste domande dei registi ungheresi Sarolta Szabó e Tibor Bánóczki che firmano il film in concorso White plastic sky, si apre il festival Cinema in verde, che torna a Roma, da oggi al 22 settembre.

SIAMO NEL 2123, DI FRONTE A UNA DRASTICA diminuzione delle risorse la razza umana può sopravvivere solo grazie a un compromesso: raggiunti i 50 anni, lo Stato obbliga ogni essere umano a farsi impiantare un seme che, attraverso una transizione, lo trasforma in un albero. Un diverso tipo, dunque, di essere vivente che invece di consumare ossigeno lo restituisce all’ambiente e all’umanità. Il lungometraggio animato di fantascienza, obbligando di fatto l’uomo a farsi da parte e a diventare una tra le specie viventi che popolano il pianeta rappresenta un filo conduttore dei quattro giorni di proiezioni e dibattiti che si svolgeranno all’Orto botanico, uno dei più grandi giardini scientifico-naturalistici d’Italia

«STORIE CHE ISPIRANO, AZIONI CHE SALVANO» è il tema della manifestazione, firmata da Musei Scienza, Museo Orto Botanico di Roma e Silverback, che vedrà quattro pellicole in rassegna e sei in concorso valutate da una giuria presieduta dal regista Paolo Virzì e composta dall’attore Lino Guanciale, dalla giornalista Laura Delli Colli, dall’ambientalista Rossella Muroni e dalla influencer Sofia Pasotto. Saranno loro ad assegnare il Ginkgo d’oro per il miglior film. I film presenteranno storie di innovazione, resistenza e riscoperta delle radici ambientali.

«CINEMA IN VERDE», PROMOSSO dall’assessorato Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, non è solo un festival cinematografico. «E’ un’occasione – dice Claudia Campanelli, direttrice artistica – per esplorare il profondo legame tra l’umanità e la natura, promuovendo la consapevolezza ambientale e l’impegno attraverso la potenza della narrazione filmica. A fare da filo conduttore della rassegna è l’idea che l’uomo, il più famelico predatore del pianeta, dovrebbe cominciare a mettersi di lato invece che occupare sempre il centro della scena, lasciando spazio e risorse agli altri esseri viventi e alla Natura nella sua meravigliosa complessità. In questo festival quindi abbiamo scelto non solo di raccontare una situazione ambientale complessa e drammatica ma anche di offrire chiavi di lettura e soluzioni, con uno sguardo particolare ai giovani. Sono loro che dovranno mettere in atto le strategie di convivenza future tra l’uomo e la natura, ed è importante che siano direttamente coinvolti in queste occasioni di condivisione di idee».

«IN REALTA’ QUELLO CHE CI CONTRADDISTINGUE come specie tra la molte, è il fatto che le storie letteralmente ci plasmano», aggiunge Simonetta Lombardo, curatrice del Festival. «Uno dei primi obiettivi di questa che è un’operazione culturale, e quindi anche politica, è di mostrare l’orizzonte di un cambiamento che non solo è necessario ma anche desiderabile per tutti gli esseri umani. Non sarà solo la paura del futuro a farci agire, sarà la voglia di relazioni diverse tra gli umani e tra noi e le forze naturali del Pianeta. È anche questo che muove i giovani che occupano le piazze». Non a caso il festival ha creato la giuria Germogli, in collaborazione con GSE – Gestore dei Servi energetici e partner scientifico del festival – composta da studenti universitari e che avrà il compito di premiare il film che meglio rappresenta le sfide e le soluzioni innovative nel contesto della transizione ecologica.

IL REGISTA PAOLO VIRZI’ SOTTOLINEA come il cinema sia una forma di comunicazione necessaria. «Narrare – dice – significa dare voce alla vita delle persone e introdurre un elemento terapeutico. Quando inizi a narrare, anche le cose inaccettabili, prendono via via un aspetto comprensibile, affrontabile. Per questo raccontare è la nostra medicina. In questo festival, lo storytelling della vita delle persone va a impattare su un tema che riguarda tutto il nostro esistere. Il collasso climatico non significa solo il caldo, significa anche gli eventi eccessivi, le inondazioni, i dissesti idrogeologici. Abbiamo un Pianeta malato, da tempo gli scienziati fanno il conto alla rovescia».

I FILM PRESENTERANNO STORIE di innovazione, resistenza e riscoperta delle radici ambientali, invitando gli spettatori a riflettere sul nostro rapporto con il Pianeta. Come nel film in concorso I Saw Three Black Lights, firmato dal regista colombiano Santiago Lozano Álvarez, che racconta del viaggio di un anziano, José, alla ricerca del posto in cui morire nel cuore della giungla che per lui non è un territorio turistico da esplorare ma un luogo/entità che si rivela profondamente e integralmente solo a coloro che vivono con essa un rapporto armonico e spirituale.

GLI ALTRI TITOLI IN CONCORSO SONO Europa che esplora il conflitto tra profitto e cultura locale in Albania; The Little Gang che racconta la lotta di un gruppo di ragazzini contro fabbriche inquinanti; Luzzu, ambientato a Malta, che parla della difficoltà di vivere con la piccola pesca e Disco Afrika che affronta il tema della corruzione e delle disuguaglianze attraverso gli occhi di un giovane africano. Al termine di ogni proiezione esperti del settore, registi e attivisti commenteranno i film e dialogheranno con il pubblico. Senza ambizioni di trovare soluzioni ma alimentando un confronto necessario. Del resto, come dicono i due registi ungheresi di White Plastic Sky, «sarebbe da idealisti credere che i film possano cambiare il modo di pensare delle persone. Tuttavia possono suscitare una discussione, reazioni emotive e forse anche indignazione. Creare conversazioni intorno a un film è tutto ciò che possiamo sognare come registi. Una cosa è certa: dobbiamo ripensare il modo in cui trattiamo questo Pianeta».

OLTRE A PAOLO VIRZI’ E LINO GUANCIALE, ci saranno i registi Matteo Garrone, Riccardo Milani, Michele Vannucci. Parteciperà il sindaco Roberto Gualtieri, gli assessori all’Ambiente e alla Cultura di Roma Sabrina Alfonsi e Miguel Gotor, il direttore dell’Orto Botanico Fabio Attorre, il prorettore della Sapienza Livio de Santoli, lo scrittore Edoardo Albinati e molti altri rappresentanti delle istituzioni politiche, scientifiche e culturali italiane.

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