Cinema America, un’altra aggressione a Trastevere
Piazza san Cosimato Spintonata con violenza e minacciata, nella notte di martedì, una ragazza dell’associazione. Mentre trapelano maggiori dettagli sull’identità dei sospettati, appartenenti al Blocco studentesco e a Casapound, per il raid di sabato scorso
Piazza san Cosimato Spintonata con violenza e minacciata, nella notte di martedì, una ragazza dell’associazione. Mentre trapelano maggiori dettagli sull’identità dei sospettati, appartenenti al Blocco studentesco e a Casapound, per il raid di sabato scorso
Ancora una volta attorno a piazza San Cosimato, nel quartiere romano di Trastevere, uno degli animatori delle iniziative del Cinema America è stato oggetto di percosse e minacce. È successo l’altro ieri sera, nel pieno dell’allarme che ha seguito il pestaggio di quattro ragazzi ad opera di un branco neofascista. Questa volta è toccato a una donna: è stata spintonata e poi le è stata schiacciata la testa contro un finestrino. I suoi aggressori le avrebbero poi affidato un messaggio di intimidazione da consegnare a Valerio Carocci, il portavoce del collettivo: un invito a farsi i fatti propri e a starsene al proprio posto che non si sa ancora come collocare dentro la catena di eventi degli ultimi giorni.
IL CONTESTO è quello dei giorni più caldi dell’anno in una zona di Roma che da anni è divenuta ormai irriconoscibile. Trastevere da tempo ha perso gran parte dei suoi abitanti stanziali, è vittima del turismo mordi e fuggi, delle scorribande di gente che si limita ad attraversare lo storico quartiere e che con ogni evidenza percepisce di trovarsi in una specie di parco a tema invece che nel cuore di una città storica. D’altro canto, quelli del Cinema America, che hanno riportato la gente al cinema in piazza, diventando un vero e proprio brand culturale e attirando critiche, entusiasmi, polemiche e attenzioni disparate, mai si sarebbero aspettati di finire al centro di una vicenda del genere ma proseguono con le proiezioni: ieri sera Marco Bellocchio ha presentato Ultimo Tango a Parigi.
Intanto trapelano maggiori dettagli sull’identità dei sospetti aggressori della notte del 16 giugno. Tra di loro comparirebbe il ventitreenne Marco Ciurleo. Non si tratta di un semplice e generico neofascista e nemmeno di un soldato semplice. Ciurleo è considerato una delle figure apicali della dirigenza romana di Blocco studentesco, la sigla che CasaPound utilizza per cercare proseliti nelle scuole e la cui catena gerarchica difficilmente viene lasciata al caso. Solo poche settimane fa, era il 29 marzo, Ciurleo aveva fatto parte di una delegazione di studenti che era stata ricevuta al ministero dell’istruzione.
SECONDO GLI INVESTIGATORI è stato lui nella notte tra sabato e domenica scorsi ad aver sferrato la testata al volto di uno dei ragazzi colpevoli di indossare la t-shirt del Cinema America, considerata dal branco «antifascista». Un altro degli identificati, che era parte della comitiva ma non risulterebbe al momento indagato, è il ventunenne Matteo Mecucci. La sua figura è indicativa del milieu del gruppo che ha aggredito i quattro malcapitati: Mecucci già noto alle cronache per essere stato coinvolto in una rissa che nell’autunno del 2016 a piazza Cavour finì con un sedicenne per terra, gravemente ferito da una coltellata. Il fatto accadde nel contesto della guerra tra bande di giovani neofascisti autonominatisi difensori del territorio di Roma Nord. Nelle carte delle polizia, che ha lavorato prima acquisendo i video delle telecamere che hanno ripreso il pestaggio e poi esaminando le amicizie su Facebook di alcuni dei sospettati, è finito anche il più anziano del gruppo. Si chiama Stefano Borgese, ha 38 anni, fa il parrucchiere in zona Casalotti, un altro dei quartieri a nord della capitale. La sera dell’aggressione stava festeggiando il suo addio al celibato. Nella ricostruzione figurerebbe come colui che ha ingaggiato la provocazione. Infine, Alex Muratori, classe ’96, indicato anche lui come aderente a CasaPound con precedenti per lesioni e violenza privata. Per tutta la giornata di ieri, non risultava alcuna dichiarazione da parte dei «neofascisti del terzo millennio» di CasaPound, l’organizzazione che negli anni scorsi, quando altri suoi simpatizzanti o iscritti si resero protagonisti di episodi di violenza, non esitò a sbianchettare l’adesione degli indagati e rimuoverne ogni traccia da siti internet o forum online. Questa volta sarà un po’ più difficile.
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