Cinema America, registi e attori chiedono dimissioni di Bergamo
Decine tra registi e attori del cinema italiano chiedono con una petizione le dimissioni dell’assessore alla cultura di Roma Luca Bergamo e della vicepresidente grillina della commissione capitolina cultura Gemma […]
Decine tra registi e attori del cinema italiano chiedono con una petizione le dimissioni dell’assessore alla cultura di Roma Luca Bergamo e della vicepresidente grillina della commissione capitolina cultura Gemma […]
Decine tra registi e attori del cinema italiano chiedono con una petizione le dimissioni dell’assessore alla cultura di Roma Luca Bergamo e della vicepresidente grillina della commissione capitolina cultura Gemma Guerrini. All’appello non manca quasi nessuno, dalla A di Gianni Amelio alla Z di Gianni Zanasi passando per Paolo Sorrentino, Dario Argento, Bernardo Bertolucci, Gabriele Salvatores, Valerio Mastandrea, Mario Martone e Checco Zalone.
Il caso era esploso la scorsa settimana, quando si era appreso che Bergamo, che ricopre anche la carica di vicesindaco, ha intenzione di mettere a bando l’arena cinematografica che gli ex occupanti del Cinema America di Trastevere gestiscono a pochi metri dal luogo che gestivano prima di essere sgomberati: piazza San Cosimato.
La vicenda che ha smosso il gotha del cinema italico restituisce il clima che si respira a Roma e forse nel paese. L’arena di Trastevere smuove centinaia di persone, attira appassionati e coinvolge grandi nomi. Ma allo stesso tempo turba i sonni di alcuni abitanti della piazza che la ospita.
La retorica del decoro e della quiete pubblica ha portato alcuni cittadini a lamentarsi e spinto l’amministrazione comunale a mobilitarsi per regolamentare l’evento. D’altro canto, concorrere ad un bando significa adeguarsi ad alcuni parametri dettati dal mercato. Bisogna dire che è esattamente questo il nodo che aveva portato quelli del Cinema America a rompere i rapporti con la gran parte degli spazi sociali romani che rivendicano l’uso dei beni comuni e che da tempi non sospetti rifiutano il ricatto dei bandi. Poi la tagliola è toccata a quelli del Cinema America, che peraltro da tempo hanno guadagnato l’appoggio della Regione Lazio. Da qui è nata la bagarre.
Amplificata dalle parole sconsiderate della consigliera M5S Guerrini, che ha declassato la passione per le pellicole d’epoca dei ragazzi del Cinema America a operazione inutile. «Cosa c’è di culturale nel proiettare film vecchi? È feticismo», ha detto la vicepresidente della commissione cultura del Campidoglio, amministratrice della città che ha prestato le sue strade a capolavori del cinema mondiale quali Roma Città Aperta, suscitando le ire del cinema italiano. «Leggo con grande sorpresa la richiesta di mie dimissioni sottoscritta da oltre 60 importanti figure del cinema italiano – commenta Bergamo – Trovo davvero singolare che si chieda a me di fare un passo indietro per le parole pronunciate da un’altra persona. Parole peraltro molto distanti da quelle che ho scritto e detto parlando dell’arena cinematografica. Ho rispetto e ammirazione per l’opera di chi ha sottoscritto l’appello, ma lo declino con serenità», replica il vicesindaco Bergamo. Arriva anche la nota del gruppo consiliare M5S: «Guerrini parla a titolo del tutto personale. Le sue dichiarazioni non rispecchiano il pensiero della maggioranza».
I proiettori del Cinema America sono ormai oscurati dagli schermi della campagna elettorale. Il comune di Roma ha promesso loro un posto nella periferia orientale del parco della Cervelletta. Gli animatori della rassegna non accettano lo scambio, anzi sostengono che tutto ciò conferma i loro sospetti sull’uso discrezionale dei bandi da parte dell’amministrazione: «Ci uniamo al mondo del cinema e della cultura nel chiedere le dimissioni di Luca Bergamo per quanto successo in maniera del tutto paradossale ed inversa su Piazza San Cosimato e sul Parco della Cervelletta, di recente e fresca assegnazione diretta all’associazione ‘Piccolo cinema America’ nonostante da sempre, ed attualmente, presente nel Bando dell’Estate Romana» sostiene Valerio Carocci, presidente dell’associazione Piccolo cinema America. «Nel primo caso la piazza è stata inserita nel bando dell’Estate Romana 2018, di cui non ha mai fatto parte. Nel secondo invece, l’amministrazione Comunale concede direttamente l’area».
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