Ci sono case vuote per accogliere i rifugiati
Francia Sorpresa: più di 70mila alloggi popolari vuoti. Il governo promette: non sarà concorrenza con i francesi in lista di attesa. Si organizza la distribuzione nel paese pronto ad accogliere 30mila persone
Francia Sorpresa: più di 70mila alloggi popolari vuoti. Il governo promette: non sarà concorrenza con i francesi in lista di attesa. Si organizza la distribuzione nel paese pronto ad accogliere 30mila persone
L’arrivo dei primi rifugiati dalla Germania (per ora circa 500 ma saranno mille a giorni) e l’impegno di François Hollande di accoglierne 24mila in due anni, cioè 30mila persone (ci sono anche i 6700 della ripartizione dei 40mila decisa a giugno) stanno facendo muovere le autorità, per organizzare la sistemazione. La dottrina del governo è quella della Ue: accogliere i rifugiati che hanno diritto all’asilo e rinviare i “migranti economici”. Manuel Valls, mercoledi’, all’Assemblea ha per questo evocato la possibilità di un ritorno al controllo delle frontiere, in particolare con l’Italia (del resto, la Germania ha rimesso i controlli in qualche posto di frontiera con l’Alsazia). Il ministro degli interni, Bernard Cazeneuve, invita a “una giusta ripartizione” sul territorio francese di queste popolazioni e il prefetto Kléber Arhoul, nominato ad hoc per gestire questa emergenza, dichiara di voler “federare le buone volontà”, cioè di far ricorso al volontariato e non imporre “quote” sul territorio nazionale (non c’è in Francia nessuna Königsteiner Schlüssel, cioè la “chiave” di quote alla tedesca). C’è qualche malumore, in particolare in comuni gestiti dalla destra.
Ma la novità è che nelle ultime ore sono saltate fuori migliaia di case popolari non utilizzate: 77mila per l’ufficio Hlm e altre migliaia gestite da altri enti sociali. Questa rivelazione ha fatto insorgere le associazioni di difesa dei senza tetto: come mai queste case non sono state proposte prima? Valls ha cercato di soffocare sul nascere l’incendio di una guerra tra poveri: l’accoglienza dei rifugiati non si farà a detrimento degli aventi diritto francesi, che aspettano a volte da anni una casa. Ieri, sono stati evacuati senza violenza due campi selvaggi a Parigi (vicino alla Gare d’Austerlitz e di fronte alla Mairie del XVIII arrondissement) e agli 800 rifugiati (in maggioranza del Corno d’Africa) sono state proposte sistemazioni temporanee più decenti. Sabato scorso, Cazeneuve ha riuinito 600 sindaci. Risulta che la maggior parte delle case libere si trovano in comuni situati in zone “in decrescita”, cioè in province che perdono abitanti e forza economica. Giorni fa, il cantante Charles Aznavour aveva proposto di offrire ai rifugiati una sistemazione nei “villaggi abbandonati” della Francia rurale. René Dutrey, segretario generale per l’alloggio di persone sfavorite, ricorda che questo tipo di cittadine di provincia sono simili a quelle dove negli anni ’70 erano stati accolti – con successo di integrazione – i 160mila boat people. Questa distribuzione potrebbe servire a calmare l’ostilità verso l’accoglienza, che resta forte in Francia. Anche il Medef, la Confindustria francese, è scesa in campo. Per Pierre Gattaz, presidente del Medef, l’accoglienza è “un obbligo”, perché “un paese che rinuncia ai propri valori è un paese che si perde”. Ma è anche “un’opportunità” economica. Un’apertura un po’ pelosa, visto che dovrebbe servire anche, per Gattaz, ad “accelerare le riforme” (del diritto del lavoro).
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