Visioni

Chiusura per Ballarò, Santoro verso Raidue

Chiusura per Ballarò, Santoro verso RaidueMichele Santoro – foto La Presse

Televisione Presentati in cda i nuovi palinsesti tra sussurri e grida. Su Raitre chiude il talk show condotto da Massimo Giannini, al suo posto un nuovo format politico condotto da Gianluca Semprini.

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 24 giugno 2016

Addio talk show, e tanti (troppi?) ritorni in casa Rai. Si parla di Santoro, che potrebbe riapparire su Raidue nella prossima stagione in una docu-fiction, mentre si infittiscono i rumour sulla composizione dei palinsesti Rai che verranno presentati ufficialmente il 28 giugno a Milano e che ieri sono arrivati al vaglio del consiglio di amministrazione Rai. Novità annunciate ufficialmente in commissione di vigilanza Rai dal direttore di Raitre Daria Bignardi: la più clamorosa – ma in realtà attesa – chiusura di Ballarò dopo quattordici stagioni e la sua contemporanea «rinascita» sotto forma di un nuovo format politico affidato all’anchor man di Sky Tg24 Gianluca Semprini al posto di Massimo Giannini (che non verrebbe epurato ma passerebbe ad altro incarico, si parla di un programma di grandi interviste di otto puntate).
Un talk – secondo le intenzioni del neo direttore: «completamente nuovo, dalla durata ridotta -non più di 100 minuti», con meno ospiti e più ritmo.

Fabio Fazio alla conduzione da ottobre del rinato Rischiatutto, limiterà – ma solo fino a dicembre – Che tempo che fa alla sola domenica, allargando la durata a tre ore. L’invasione in «seconda serata» di Fazio & co. fa slittare Report e Milena Gabanelli al lunedì. Più spazio per Zoro alias Daniele Bianchi e il suo Gazebo – lo dimostra anche la scelta dello speciale andato in onda lunedi scorso per il dopo-voto – per Alberto Angela e Concita De Gregorio. Confermato anche il ritorno di Gad Lerner con Islam, Italia.

Fin qui le certezze per Raitre che deve recuperare ascolti deficitari – -4% dal 2012 ad oggi – a fronte di un pubblico ormai over 60. Poi le voci, come il rientro che si profila clamoroso dopo cinque anni di «separazione» di Michele Santoro. Stavolta niente piazze o arene, bensì una serie di docu-fiction realizzate dalla sua casa di produzione per Raidue. E sempre il secondo canale «recupererebbe» Giuliano Ferrara – stavolta non in video ma come autore di un programma affidato a Pierangelo Buttafuoco, contattato dalla direttrice del secondo canale, Ilaria Dallatana. Il lifting di Raidue a ba se di «meno politica, più informazione», prevede dopo l’eliminazione di Virus e il benservito a Nicola Porro (consolatosi subito con la conduzione di Matrix su Canale 5) l’avvento di un nuovo format scritto da Alessandro Fortino (il direttore creativo di Tv2000, ma tutti lo ricordano come inviato per otto anni delle Iene) dal titolo Nemo, a base di storie «importanti» dall’Italia e dal mondo.

Nel cda questa nuova infornata di «esterni» non viene digerita da molti membri che si dicono pronti a votare contro i nuovi protagonisti. L’Usigrai in una nota afferma: «Apprendiamo con stupore e sconcerto le indiscrezioni sui nuovi palinsesti che trapelano dai giornali e che sembrano ancora una volta rispondere a logiche ben precise: mortificazione dei professionisti interni, strapotere di agenti esterni. E la trasformazione dov’è? La chiediamo da tempo, la pretendiamo oggi perché in gioco più che mai c’è il futuro dell’informazione di Servizio Pubblico, di quest’azienda e delle sue professionalità».

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