Era d’inverno. Ad Arezzo, vicino a Porta San Lorentino, si lavorava alacremente per costruire un bastione nella cinta, parte del piano difensivo della città voluto da Cosimo I de’ Medici. Dalla terra bruna rimossa in gran quantità dagli uomini al servizio del Duca, apparve il bagliore spento, per il secolare seppellimento, di un bronzo dall’aspetto multiforme. Memorabile fu la sua visione inattesa ed è da immaginare che forte dovette essere l’emozione dei lavoratori appena sentirono il primo suono degli strumenti di scavo contro il metallo della pelle di un animale ferito, un animale mostruoso, dalla bellezza terribilmente ipnotica. «Si trattava...