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Chiesto il processo per i Renzi senior

Chiesto il processo per i Renzi seniorTiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli

Inchieste Udienza preliminare il 9 giugno, la procura fiorentina accusa Tiziano Renzi, Laura Bovoli e altre sedici persone per la gestione di tre cooperative tutte fallite - Delivery, Europe Service e Marmodiv – che secondo le accuse erano utilizzate per alleggerire la capofila Eventi 6 degli oneri previdenziali e fiscali.

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 13 febbraio 2020

La richiesta di rinvio a giudizio per Tiziano Renzi, Laura Bovoli e altre sedici persone, con l’udienza preliminare fissata per il 9 giugno prossimo, chiude l’inchiesta della procura di Firenze sulla gestione di tre cooperative – Delivery, Europe Service e Marmodiv – che secondo le accuse erano utilizzate per alleggerire la capofila Eventi 6 (che si occupava della distribuzione di volantini pubblicitari e giornali, e il cui giro d’affari è passato da un milione nel 2014 a sette milioni nel 2019) degli oneri previdenziali e fiscali, appunto per mezzo di coop che nascevano, si indebitavano e chiudevano. Le ripetute bancarotte “pilotate”, e quindi fraudolente, hanno portato il pm Luca Turco ad accusare i genitori del leader di Italia Viva. Fra gli altri indagati ci sono l’imprenditore Mariano Massone, Roberto Bargilli, ex autista del camper di Matteo Renzi alle primarie 2012, Giuseppe Mincuzzi e Daniele Goglio.
L’indagine era partita dalla Delivery, fallita nel 2015. In questo caso secondo le accuse i due coniugi Renzi, insieme ad altri fra cui Bargilli, avrebbero provocato “il fallimento della società per effetto di operazione dolosa consistita nell’aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte”. Per la Europe Service, fallita nel 2018, i Renzi sono accusati con altri di aver sottratto, “con lo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili”. Quanto alla Marmodiv, fallita nel 2019, i Renzi, Mincuzzi e Goglio per il pm Turco “concorrevano a cagionare il dissesto della società esponendo nel bilancio di esercizio 2017 nell’attivo patrimoniale crediti per ‘fatture da emettere’ non rispondenti al vero per un importo superiore a 370 mila euro, così iscrivendo a conto economico maggiori ricavi ed evitando di evidenziare una perdita d’esercizio”. Per la Marmodiv inoltre i Renzi, con altre sei persone, sono accusati anche di aver emesso fatture per operazioni in parte inesistenti, “per consentire alla Eventi 6 l’evasione delle imposte”.
“La richiesta era scontata visto che i coniugi Renzi sono stati arrestati, provvedimento poi annullato dal Riesame – replicano gli avvocati difensori Federico Bagattini e Lorenzo Pellegrini – quanto al merito siamo convinti che in sede processuale dimostreremo come non vi sia alcun nesso tra il fallimento della Marmodiv e l’attività dei Renzi, che erano clienti e non amministratori della cooperativa”.

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