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Chiede una tangente da 100 mila euro, arrestato presidente della Camera di commercio

Chiede una tangente da 100 mila euro, arrestato presidente della Camera di commercioRoberto Helg

Palermo Roberto Helg aveva preteso i soldi per rinnovare l’affitto di un negozio nello scalo palermitano. Ma il comerciante lo ha denunciato

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 4 marzo 2015
Red. Int.PALERMO

Quando lunedì i carabinieri hanno fatto irruzione nella stanza, sulla sua scrivania c’era ancora la busta con dentro 30 mila euro in contanti, prima tranche di una ben più cospicua mazzetta da 100 mila euro che Roberto Helg, presidente della Camera di commercio di Palermo e vicepresidente della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino, aveva appena intascato da un commerciante. Con i militari Helg, conosciuto nel capoluogo siciliano per le sue battaglie anti-corruzione, ha provato a negare tutto poi, messo di fronte alla registrazione con la conversazione tra lui e la sua vittima, ha ammesso di aver chiesto il pizzo per far fronte ad alcune difficoltà economiche. «L’ho fatto per bisogno, ho la casa pignorata e problemi economici», si è giustificato con gli inquirenti. 78 anni il prossimo 5 maggio, Helg è accusato di estorsione aggravata ed è ora richiuso nel carcere Pagliarelli.
Per la Palermo che ogni giorno si batte contro mafia e corruzione l’arresto di Helg rappresenta un duro colpo, il secondo in pochi giorni dopo l’iscrizione nel registro indagati della procura di Caltanissetta di un altro pezzo grosso dell’antimafia come Antonello Montante, presidente degli industriali siciliani e delegato per la legalità di Confindustria. Montante è indagato per reati di mafia dopo che alcuni pentiti hanno fatto il suo nome, una vicenda con ancora molti aspetti da chiarire.
A incastrare Helg è stato il titolare di una pasticceria, Santi Palazzolo, che ha un punto vendita nello scalo palermitano. Preoccupato perché il contratto di affitto era scaduto, l’uomo si era rivolto a Helg chiedendo rassicurazioni circa la possibilità di un rinnovo per altri tre anni. E Helg, approfittando della carica di vicepresidente della Gesap, aveva garantito un suo interessamento in cambio di una notevole cifra di denaro: 100 mila euro da pagare anche a rate, 50 mila subito e il resto 10 mila euro al mese. «Helg ha detto all’imprenditore che se non avesse pagato la tangente si sarebbe opposto al rinnovo del contratto di affitto. Non si aspettava che la vittima l’avrebbe denunciato», ha spiegato ieri il procuratore capo di Palermo, Franco Lo Voi.
Invece è propri quello che è successo. Dopo averci pensato tutta la notte, Palazzolo il giorno dopo la richiesta di Helg si presenta ai carabinieri e denuncia il tentativo di estorsione. Dopo di che chiama Helg dicendosi d’accordo nel pagare il pizzo e lunedì mattina arriva nel suo ufficio imbottito di microspie. Poco distante i carabinieri ascoltano e registrano tutto: «Quindi praticamente quello che dovrei dare io in più sono questi centomila euro», dice Palazzolo mentre consegna parte dei soldi. Helg spiega le modalità del pagamento: «Di cui io ho ottenuto anche 50 lunedì, prima del consiglio…», dice. «Gli altri, 10 mila al mese. Ho detto che ne rispondo io, mi fai un assegno e ’mu tegnu sarbatu (lo tengo conservato, ndr) e poi a marzo aprile in modo che ti organizzi con comodità, questo è il quadro». Per gli inquirenti quanto ascoltato è più che sufficiente per procedere con l’arresto. Il sospetto adesso è che Helg faccia parte di un sistema corruttivo che coinvolge altre persone oltre a lui. Ipotesi suffragata dalle cose dette dal vicepresidente della Gesap durante il suo colloquio con il commerciate, ma frutto anche di alcune dichiarazioni rese agli inquirenti nell’interrogatorio.
Ieri il consiglio di amministrazione della Gesap avrebbe dovuto decidere proprio in merito al rinnovo dei contratti di affitto relativi ai locali interni all’aeroporto, ma la notizia dell’arresto di Helg ha ovviamente cambiato l’ordine dei lavori. Nel frattempo Helg è stato espulso dalla Confcomemrcio palermitana, della quale era presidente da 18 anni, che ha annunciato di volersi costituire parte civile al processo.
Politicamente vicino al centrodestra, dal 2006 alla guida anche della Camera di commercio, Helg è una figura molto nota a Palermo sia per la sua attività imprenditoriale (è titolare di una catena di negozi da regalo fallita nel 2012), che per il suo impegno contro la criminalità organizzata e la corruzione. «Racket e usura potranno essere sconfitti solo se le vittime denunceranno e collaboreranno con le istituzioni», aveva detto solo pochi mesi in occasione della consegna del premio Libero Grassi, intitolato al commerciante ucciso nel 1991 dalla mafia per essersi rifiutato di pagare il pizzo. Recentemente era stato anche protagonista di una dura polemica con il delegato per la legalità d Confindustria, Giuseppe Todaro, colpevole, a suo dire, di aver detto in un’intervista che il 90% dei commercianti di Palermo pagherebbe il pizzo. «Mi sento di smentire categoricamente che il 90% dei commercianti del ’salotto buono’ paghi il pizzo e mi rifiuto di credere che le forze dell’ordine diano a Todaro notizie così riservate». Toni sempre alti quando si trattava di parlare di legalità, accompagnati a una fitta rete di relazioni che gli ha consentito di sedere ai vertici della Gesap. Fino a lunedì, quando è stato incastrato da un pasticcere.

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