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Chernobyl, livelli di radiazone fuori norma

Chernobyl, livelli di radiazone fuori norma

Pochi giorni fa, Greenpeace Germania ha reso noti i risultati di un’indagine sui livelli di radiazione nelle postazioni abbandonate dall’esercito russo nell’area di Chernobyl, che smentiscono l’Agenzia internazionale per l’energia […]

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 28 luglio 2022

Pochi giorni fa, Greenpeace Germania ha reso noti i risultati di un’indagine sui livelli di radiazione nelle postazioni abbandonate dall’esercito russo nell’area di Chernobyl, che smentiscono l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Iae). La ricerca è stata condotta con l’approvazione del governo ucraino e in collaborazione con gli scienziati dell’Agenzia di Stato ucraina per la gestione della Zona di esclusione (Sauezm) di Cernobyl. I risultati sono stati presentati in una conferenza stampa a Kiev. Il team investigativo di Greenpeace Germania, insieme agli scienziati ucraini operanti a Chernobyl, ha scoperto che i livelli di radiazione nelle aree dove si sono svolte le operazioni militari russe sono almeno tre volte superiori alle stime dell’Agenzia. Lo scorso aprile, l’Iaea aveva fornito dati molto limitati, assicurando che i livelli di radiazioni erano «normali» e non costituivano un problema importante per l’ambiente o per la sicurezza pubblica.

Secondo Greenpeace, il ruolo dell’Iaea in materia di sicurezza nucleare in Ucraina potrebbe essere gravemente compromesso dai suoi legami con l’azienda nucleare di Stato russa Rosatom, anche in considerazione del fatto che l’attuale vicedirettore dell’Iaea, Mikhail Chudakov, è stato a lungo un funzionario di Rosatom. «È chiaro dalla nostra indagine che non c’è nulla di normale nei livelli di radiazioni all’interno della Zona di esclusione di Cernobyl, nonostante ciò che l’Iaea vorrebbe far credere al mondo», ha dichiarato Jan Vande Putte, esperto di radioprotezione di Greenpeace Belgio. «All’interno delle trincee russe abbandonate, abbiamo misurato livelli di radiazioni gamma che si rilevano in presenza di scorie nucleari a bassa attività. È chiaro che i militari russi operavano in un ambiente altamente radioattivo, ma non è questo che l’Iaea cerca di comunicare. Possiamo solo concludere che l’Iaea ha deciso di non indagare a fondo», ha aggiunto. Nell’ambito dell’ indagine insieme agli scienziati ucraini di Cernobyl, Greenpeace ha inoltre documentato che, a causa delle azioni militari russe, sono stati arrecati gravi danni ai laboratori, ai database e ai sistemi di monitoraggio delle radiazioni. È stata così compromessa l’infrastruttura sviluppata in collaborazione con la comunità scientifica mondiale per studiare l’impatto delle radiazioni.

«Comprendere la complessità degli effetti delle radiazioni di Cernobyl è cruciale e può essere fatto soltanto mediante una cooperazione scientifica internazionale, messa a rischio dalla guerra della Russia contro l’Ucraina», ha spiegato Shaun Burnie, esperto nucleare diGreenpeace Germania.

«La sicurezza degli scienziati e degli addetti alla centrale che monitorano le radiazioni sono ora minacciati da un numero imprecisato di mine russe e di esplosivi antiuomo. Questa è un’ulteriore, oltraggiosa eredità della guerra scatenata dalla Russia ed è un crimine contro l’ambiente e contro la scienza.

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