La situazione in cui si ritrova l’ex-Ilva di Taranto non è un conflitto tra salute e occupazione ma una lotta tra operai e padroni (dei padroni contro gli operai); non è un esercizio di compatibilità tra ambiente e «sviluppo». È l’evidenza di una alternativa ineludibile tra conversione ecologica e catastrofe climatica e ambientale. Pretendere che un gruppo industriale «si prenda cura» di un impianto di cui ha assunto la proprietà solo per «toglierlo di mezzo» e acquisirne il mercato non è buona politica. QUEL GRUPPO TROVERÀ nuove occasioni per sfilarsi; non certo per rilanciarlo. È peggio che lasciare tutto in...