“Immersivity” è il titolo a programma del Roma Jazz Festival 2022, “per un approccio multisensoriale, ludico e coinvolgente che guarda al contemporaneo e al futuro senza dimenticare le radici”. Si vuole raggiungere pubblici diversi, dai jazzfan fino ai frequentatori del dancefloor, agendo in più sedi. La rassegna (6-19 novembre)ha avuto tra i suoi momenti nodali il centenario della nascita di Charles Mingus, omaggiato con due differenti recital. Il 13 (Parco della Musica, sala Sinopoli) ci ha pensato la Mingus Big Band, nata nel 1991 per la volontà di Sue Mingus di perpetuare il repertorio del genio di Nogales. L’ultima formazione dell’orchestra ha appena pubblicato l’album “The Charles Mingus Centennial Sessions” (Jazz Workshop), sta girando Italia ed Europa e sarà il 25 a Mumbai (India).  Diretta dal veterano bassista Boris Kozlov, ha i suoi punti di forza in A.Sipiagin e P.Harper (trombe), R.Eubanks e C.Herwig (tromboni), A.Burton e L.Sevian (ance), oltreché nella ritmica di D.Edward (batteria) e T.Hill (piano). Dopo un esplosivo “Jump Monk”, la Mingus Big Band ha proposto al pubblico romano versioni della poliforme “Sue’s Changes”, dell’intenso “So Long Eric” e del meditativo “Self Portrait in Three Colours”. Pregio e limite dell’orchestra sono gli arrangiamenti vistosi e scintillanti che a volte esaltano, ed altre banalizzano, i temi mingusiani. Nella seconda parte del recital sono stati proposti titoli dal recente album e aperti spazi, in particolare al tubista E.McIntyre, alla baritonista Sevian e ai trombonisti Eubanks/Herwig. Recital effervescente, ben congegnato, gradito agli spettatori, con qualche immagine elaborata di Mingus a far da sfondo.  Dopo un esplosivo “Jump Monk”, la Mingus Big Band ha proposto al pubblico romano versioni della poliforme “Sue’s Changes”, dell’intenso “So Long Eric” e del meditativo “Self Portrait in Three Colours”

L’ALTRO omaggio è avvenuto all’apertura (6/11, teatro-studio G.Borgna) con “Io suono Mingus”, un progetto davvero “immersivo” e originale. Si è partiti dalla graphic novel “Mingus” edita dalla Coconino Press con tavole di Squaz (P.Todisco) e testi di Flavio Massarutto. Il volume, dopo un’ottima accoglienza in Italia, è stato tra l’altro edito il 10/11 scorso in Francia (Presque Lune) e nel ’23 uscirà negli Usa (Nbm). Squaz, come ha spiegato Massarutto prima del concerto, ha selezionato una serie di tavole (il libro è organizzato in track, come se fosse un album) che sono state riprese (regista Martino Bisson) creando una serie di brevi filmati. Su queste sequenze ha lavorato la New Talents Jazz Orchestra diretta da Mario Corvini, coinvolgendo a livello di arrangiamento e di composizione dieci giovani musicisti under 35 selezionati attraverso un apposito contest (M.Corso, F.Epifani, R.Catria, G.Pepe, A.Annibali Corona, V.Ramunno, A.Sacco, E.Guarnieri, F.Spinazza, M.Battigelli). Le suggestive immagini (in B/N) hanno interagito con la musica organizzata in dieci “track”, tra “Epitaph” e “What Love”, ripercorrendo in modo creativo vari episodi della vita e della carriera di Mingus. Ottimo il lavoro di arrangiamento/creazione, a livello di suono globale e di interventi solistici (D.Bettazzi, F.Dominicis, A.Priola, A.Bintzios e D.Sollazzi). Il progetto verrà eseguito a Terni il 24/11 dalla Colours Orchestra.

 “Que Viva Mingus!”.