Cultura

Chameleon, il viandante elettronico

Chameleon, il viandante elettronico

Arti digitali Sull'isola di san Giorgio Maggiore a Venezia, la passeggiata dell'uomo creato dal collettivo inglese Universal Everything, un progetto voluto dalla Fondazione Cini

Pubblicato circa un mese faEdizione del 6 settembre 2024

Si chiama Chameleon l’uomo che cammina e accoglie in sé, riflettendoli sulla sua stessa pelle, i luoghi che attraversa, i paesaggi, gli umori del mondo, gli echi di epoche passate. È la figura digitale, metamorfica, che ha reso celebre il collettivo di artisti e designers inglesi Universal Everything e quel corpo che percorre itinerari imperscrutabili «vivrà» l’isola di san Giorgio Maggiore a Venezia, facendosi carico dei suoi chiostri e luoghi monumentali. Il progetto – reso possibile dalla volontà della Fondazione Cini e grazie a una rete di collaborazioni europee – è nato mettendo a frutto le banche dati del collettivo e il grande archivio di materiali della Fondazione stessa: negli ultimi anni, il Cini Digital Centre, laboratorio di tecnologia e di applicazioni per il patrimonio culturale, ha scansionato l’intera isola di San Giorgio, riprendendola da oltre seicento registrazioni diverse e generando una nuvola di sessanta miliardi di punti, con l’obiettivo di fornire una mappatura dei beni e favorirne la loro conservazione.

Chameleon, passeggiando tra architetture, libri e spazi della storia, è una sorta di antropomorfo archivio contemporaneo «vivente», messo a disposizione degli artisti. Oggi sarà presentato in anteprima nell’antica Biblioteca del Longhena (dalle 11 alle 18, proiezioni in loop) e poi, domenica 8, l’opera video digitale sarà riproposta a Linz, nell’ambito del festival internazionale Ars Electronica che quest’anno ha scelto come tema conduttore la «speranza».

Creatura mutante, che assorbe atmosfere, colori e texture della realtà che la circonda semplicemente camminando, Chameleon è un flâneur ad altissima definizione: la sua presenza da viandante permette di esplorare ambienti che un tempo erano adibiti a monastero e oggi ospitano istituti, centri studi, biblioteche della Fondazione. Entra ovunque, anche nella Sala degli arazzi per soffermarsi, meditabondo, di fronte a un capolavoro come le Nozze di Cana di Paolo Veronese,  immergendosi infine nel «giardino» con le Vatican Chapels. L’isola, infatti, ha fra i suoi ambienti un esteso bosco lagunare, con settecento alberi di trentadue specie differenti.

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