Cgil, in alto i caschetti per risanare gli appalti
Edili Flash mob e striscioni della Fillea in 100 città. I segretari Martini e Schiavella: "Basta con il massimo ribasso, ridurre le stazioni. Clausola sociale, contratto per tutti e responsabilità solidale delle imprese"
Edili Flash mob e striscioni della Fillea in 100 città. I segretari Martini e Schiavella: "Basta con il massimo ribasso, ridurre le stazioni. Clausola sociale, contratto per tutti e responsabilità solidale delle imprese"
Appalti trasparenti, rispettosi dei contratti e dei lavoratori: ieri la Cgil ha dato risalto a un altro tassello della sua battaglia per la legalità e contro le storture del Jobs Act. E lo ha fatto con una serie di flash mob partiti all’alba in cento città italiane, e poi con un convegno a Roma. Questa volta a muoversi sono stati gli edili della Fillea, che hanno srotolato ben 800 metri quadrati di striscioni vicino a monumenti, cantieri, grandi opere in costruzione o incompiute.
«Fuori le mani dagli appalti!», e una mano rapace a simboleggiare le infiltrazioni della mafia, della camorra, della ’ndrangheta. O più in generale il racket e la corruzione: tutto quello che siamo purtroppo abituati a vedere in controluce quando osserviamo un appalto pubblico. Questo il contenuto dello striscione esposto davanti al Maschio Angioino di Napoli, sotto la copia del David in Piazza della Signoria, a Firenze, e poi ancora a Bologna, a Bari, a Palermo. In basso, a reggere il cartello, sempre loro: gli edili con il caschetto.
L’iniziativa Fillea vuole sostenere una proposta di legge che la Cgil sta già portando avanti – con tanto di raccolta firme – da qualche mese. E che ha visto l’adesione di tutte le categorie del sindacato, a maggior ragione da parte di quelle più interessate, come Filcams, Filt, Fp, Fiom. Un furgoncino fa tappa in tutte le città italiane per permettere ai cittadini di sottoscrivere la proposta.
I punti qualificanti sono almeno cinque, e li ha riassunti il segretario confederale della Cgil, Franco Martini: «Lotta al massimo ribasso, riduzione del numero delle stazioni appaltanti, ripristino della clausola sociale, applicazione di un contratto di riferimento, quello prevalente nel sito. E infine il ripristino della norma sulla responsabilità solidale». Nodi che come è evidente tendono a responsabilizzare di più non solo la politica, ma anche gli imprenditori.
D’altronde, come ricorda lo stesso Martini, «gli appalti rappresentano il 15% del Pil, mentre si stima che l’economia illegale ammonti a circa 70 miliardi di euro». Soldi che potrebbero essere recuperati, almeno in parte, per destinarli non solo alla ripresa, ma anche al rispetto delle paghe contrattuali, della sicurezza di chi lavora, del corretto versamento dei contributi. Senza contare il beneficio, anche economico, che una “bonifica” porterebbe alle stesse opere e ai bilanci pubblici.
Secondo Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, la proposta di legge sugli appalti «è un richiamo forte a ripristinare e ricostruire condizioni di trasparenza, di legalità, di rispetto nella gestione dei nei cantieri, nelle opere piccole e grandi». «Il Paese ha bisogno di ripartire, definendo un nuovo modello di sviluppo, basato sulla qualità, incentrato su un modello di costruire diverso dal passato, con più attenzione alla qualità e alla vita nelle città», ha spiegato il numero uno degli edili Cgil.
Attività su più piani, legislativa e di mobilitazione nelle piazze, che la Cgil sta incrociando anche per neutralizzare il Jobs Act: «La proposta di legge di iniziativa popolare Cgil – spiega Schiavella – tenta di riparare i danni fatti in passato, ma pone anche il tema della qualità e dei diritti per il futuro. Cioè l’opposto di quello che accade oggi con i massimi ribassi e con gli interventi normativi come il Jobs Act».
«Molti edili veri, di quelli in carne e ossa – conclude Schiavella – che Poletti non vede perché impegnato a contare quei decimali di occupazione che si sarebbero creati dopo un decennio di disoccupazione, hanno presidiato i cantieri per dare un messaggio al Paese. Cantieri liberi dalle mafie, in cui si rispettino la legalità e i diritti dei lavoratori». #giulemanidaicantieri l’hashtag che ha caratterizzato la giornata.
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