I Niente incontro Landini, Sbarra, Bombardieri. Niente definizione del «percorso unitario di mobilitazione». Niente data per la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil.

Mentre in tutta Europa sono all’ordine del giorno scioperi e mobilitazioni – non solo in Francia, Germania e Regno unito, anche in Portogallo contro un governo di sinistra – in Italia si continua a rimandare.

La giornata di ieri è iniziata con gli strascichi della manifestazione romana degli edili di sabato. Alla Cisl non è piaciuto lo spazio dato al leader del M5s Giuseppe Conte, fatto parlare dal palco da Fillea Cgil e Feneal Uil: il comizio dell’ex premier ha politicizzato un tema – bonus e appalti – su cui il sindacato guidato da Sbarra ha opinioni ben diverse da Cgil e Uil, considerando in parte positivamente in nuovo Codice appalti voluto da Matteo Salvini e contestando le critiche all’appalto a cascata che considera «ben regimentato».

In questo quadro la pressione di Landini e Bombardieri sulla Cisl per spuntare al più presto almeno una manifestazione nazionale a Roma ha avvicinato la rottura fra le parti, riproponendo lo schema degli ultimi due scioperi generali del dicembre 2021 contro il governo Draghi e gli scioperi regionali di quattro mesi fa contro la prima legge di bilancio del governo Meloni: si è partiti con le tre confederazioni sulle stesse posizioni poi la Cisl si è sfilata considerando le mobilitazioni troppo forti, nonostante molte critiche comuni, a partire dal capitolo pensioni.

Nel pomeriggio però i tre segretari generali si sono sentiti e a sera il clima sembrava più rilassato e positivo: la mobilitazione dovrebbe partire con assemblee unitarie su tutti i luoghi di lavoro e dovrebbe sfociare in una manifestazione nazionale ma in tempi molto lunghi: non prima di fine maggio, senza escludere il 17 giugno, ultimo sabato prima dell’estate.

Molto difficile invece che siano già proclamati scioperi, nemmeno su scala territoriale o regionale: la Cisl al momento non vede i presupposti per una protesta forte, considerando già l’annuncio della mobilitazione unitaria una misura che serve per ottenere aperture dal governo Meloni con cui i canali di comunicazione sono sempre aperti.

Anche sui temi su cui convocare le assemblee unitarie sui luoghi di lavoro esistono differenze. Le piattaforme unitarie sono certamente il punto di partenza delle richieste sindacali – e dunque pensioni in primis – a cui nelle ultime settimane – dal congresso della Cgil in poi – si è unito quello della difesa della sanità pubblica e la contrarietà alla riforma fiscale varata come delega dal consiglio dei ministri, la Cisl non considera invece l’autonomia differenziata di Calderoli un argomento sul quale mobilitarsi perché non ancora definito.

Oggi se ne dovrebbe sapere di più. Ma ormai dalla ultima riunione Landini, Sbarra, Bombardieri sono passati ben dodici giorni e ulteriori ritardi non faranno notizia.