Lavoro

Cgil, Cisl e Uil a Draghi: «Il Green pass non sia un’arma per licenziare»

«Sul vaccino c’è un accordo sulla sicurezza sanitaria sottoscritto dalle parti sociali e inserito in un decreto e qualsiasi tentativo di modificarlo necessita di una legge». ha detto ieri il […]

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 3 agosto 2021

«Sul vaccino c’è un accordo sulla sicurezza sanitaria sottoscritto dalle parti sociali e inserito in un decreto e qualsiasi tentativo di modificarlo necessita di una legge». ha detto ieri il segretario Uil Pierpaolo Bombardieri al termine dell’incontro tra i sindacati e il presidente del Consiglio Mario Draghi.«Sul diritto alla salute e al lavoro bisogna intervenire con grande delicatezza» ha detto il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri al termine dell’incontro. «Abbiamo detto che il green pass non può diventare uno strumento che le aziende possono utilizzare per demansionare, licenziare o discriminare i lavoratori e le lavoratrici. Il governo si è riservato di fare valutazioni e terrà conto delle nostre osservazioni», ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini.«Siamo disponibili ad aprire un confronto con le associazioni datoriali per migliorare i contenuti dell’accordo», ha aggiunto Luigi Sbarra, segretario della Cisl.

Il confronto di ieri a palazzo Chigi è avvenuto poche ore dopo che Maurizio Landini aveva escluso l’esistenza di un «no» pregiudiziale sull’utilizzo obbligatorio del «green pass». «Noi abbiamo scioperato per avere i protocolli di sicurezza in azienda – ha detto – Siamo a favore del fatto che le persone si vaccinino e stiamo raccomandando ai lavoratori di farlo. Siamo per garantire i migliori standard di sicurezza nelle imprese. Ma c’è un discrimine: non è possibile pensare a licenziamenti o demansionamenti, perché eventualmente un dipendente sceglie di non vaccinarsi. Qui si sta parlando di rendere obbligatorio un trattamento sanitario: è qualcosa che si può decidere solo per legge. Se il governo valuta che sia necessario, può varare una norma. È già successo nel settore sanitario dove per alcuni dipendenti – non per tutti – è stato stabilito l’obbligo di vaccinazione». Confindustria «ha parlato di sospensione dallo stipendio per chi rifiuta e questo è «Inaccettabile per noi, naturalmente. Non se ne parla neanche».

«Mai chiesto di rendere il vaccino obbligatorio per accedere al luogo di lavoro. E mai parlato di applicazione unilaterale – ha replicato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi – «Draghi sentirà le parti e credo che ci sarà una convergenza».

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