Performance, scrittura e voce, disegno, audio e video, fotografia, scultura e installazione compongono l’infinita gamma di supporti di cui si avvale Cesare Viel (Chivasso, 1964) per reificare l’opera, veicolare il suo pensiero e sintetizzare trent’anni di lavoro. Tutto questo è in scena al Pac di Milano nella sua bellissima antologica (fino al 1 dicembre), curata da Diego Sileo. Già il titolo, Più nessuno da nessuna parte, citazione riadattata da Roland Barthes nel Journal de deuil, intende condurre lo spettatore in una dislocazione spazio-temporale e in uno stato di assenza-presenza che le numerose opere in mostra sfiorano nei loro concetti germinali....