Centrafrica, miliziani cristiani all’attacco, uccisi sei militari del Ciad
A Bangui almeno sei militari ciadiani della Misca, la missione dell’Onu che schiera truppe dell’Unione africana in Centrafrica, sono morti il giorno di Natale, mentre fonti ospedaliere ieri parlavano anche […]
A Bangui almeno sei militari ciadiani della Misca, la missione dell’Onu che schiera truppe dell’Unione africana in Centrafrica, sono morti il giorno di Natale, mentre fonti ospedaliere ieri parlavano anche […]
A Bangui almeno sei militari ciadiani della Misca, la missione dell’Onu che schiera truppe dell’Unione africana in Centrafrica, sono morti il giorno di Natale, mentre fonti ospedaliere ieri parlavano anche di una dozzina di civili rimasti uccisi nelle ultime 24 ore negli scontri a sfondo religioso che stanno insanguinando la capitale. Colpi di arma da fuoco anche pesanti riecheggiano senza sosta a Bangui, costringendo agli straordinari i militari francesi impegnati nella missione Sangaris, che continuano a pattugliare le strade della capitale.
I soldati del Ciad sono rimasti uccisi nella zona di Gabongo in un attacco dei guerriglieri “anti-balaka”, la milizia cristiana che accusa il Ciad musulmano di appoggiare e proteggere Michel Djotodia, primo presidente islamico di un paese in cui finora ad esprimere la leadership era sempre stata la maggioranza cristiana. Djotodia si è insediato al potere dopo il colpo di stato del marzo scorso, quando le milizie Seleka hanno preso il controllo della capitale Bangui e il presidente in carica, Françoise Bozizé, è stato costretto alla fuga.
Anche le principali autorità religiose centrafricane, con il vescovo di Bangui in testa, accusano il contingente del Ciad di appoggiare i ribelli Seleka e se ne lamentano con la Francia, che al Ciad viceversa è grata anche per la partecipazione alla missione militare in corso nord del Mali. Da più parti viene chiesto alle Nazioni unite di ritirare dalla missione in Centrafrica, forte di 4 mila uomini, i soldati inviati da Ndjamena. Soprattutto dopo che i soldati ciadiani hanno sparato sui cristiani che partecipavano a una manifestazione anti-Djotodia, facendo un morto e svariati feriti.
Ma d’altro canto Parigi è accusata di “parzialità” dai musulmani: Hollande ha impegnato 1600 soldati francesi nella missione Sangaris per «ristabilire l’ordine» e scongiurare così il genocidio che secondo il Quai d’Orsay era in preparazione. Doveva essere una missione lampo, ma fin da subito è stato chiaro che le cose sarebbero invece andate per le lunghe. Recentemente lo stesso Hollande ha ammesso che ci vorranno «non meno di sei mesi» e forse un anno.
Domenica scorsa, dopo il linciaggio di un ufficiale Seleka da parte degli anti-balaka e l’uccisione di tre membri della guardia presidenziale a un posto di blocco controllato da truppe francesi, migliaia di persone erano scese in piazza per chiedere il ritiro delle forze schierate sul terreno dall’ex potenza coloniale. Le tensioni tra musulmani e cristiani hanno subito un’impennata dopo l’arrivo dei francesi.
Si calcola che oltre mille persone abbiano perso la vita negli scontri.
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