Cent’anni di canzoni italiane
Note sparse Il trombettista Luca Aquino e il suo nuovo album - «Italian songbook» - connotato da un ritorno alle origini
Note sparse Il trombettista Luca Aquino e il suo nuovo album - «Italian songbook» - connotato da un ritorno alle origini
Rivelatosi più di una decina di anni fa tra i più talentuosi musicisti jazz contemporanei, il trombettista Luca Aquino non disdegna incursioni nei canzonieri più popolari e trasversali. In una discografia già copiosa di progetti a suo nome e collaborazioni illustri (da Fresu a Manu Katchè) nel 2015 con OverDoors omaggia Jim Morrison. Quattro anni dopo con Italian Songbook sembra compiere un ulteriore salto di qualità, connotato da un ritorno alle origini. Soprattutto nell’apertura all’Orchestra Filarmonica di Benevento (dov’è nato), per l’occasione diretta da Giovanni Francesca, autore pure di tutti gli arrangiamenti dell’album. Sostenuto da Danilo Rea e da una band di tutto rispetto, Aquino ha saputo contenere in 12 brani tutte le possibili suggestioni che l’Italia «canzonettara» ha prodotto in cent’anni. E affidando prologo ed epilogo alla musica cinematografica di Morricone (Deborah’s Theme da C’era una volta in America) e Rota (La strada), è riuscito nell’intento di racchiudere in uno straordinario guscio sonoro classici napoletani (Scalinatella, Era de Maggio e Caruso), soft–jazz degli anni’50-‘60 (So che ti perderò e Pippo non lo sa) e cantautorato (Un giorno dopo l’altro, La canzone dell’amore perduto)
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