Due lettere, due polemiche. Sono frutto della grafomania del ministro Valditara, che si è fatto conoscere in questi primi mesi per le sue missive alla stampa e che ora invece si rivolge direttamente a insegnanti, alunni e genitori.

La prima è una circolare emanata ieri nella quale il ministro conferma il divieto dei cellulari in classe (previsto dall’ex ministro Giuseppe Fioroni nel 2007), nella seconda Valditara si rivolge direttamente ai genitori per indirizzare la scelta degli studi dei figli, dopo la scuola secondaria di primo grado, verso gli istituti tecnici.

“Una lettera che è un problema di metodo – dichiarano in una nota, il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari e il segretario generale della Flc Cgil, Francesco Sinopoli – Si è scelto di scavalcare il sistema anziché governarlo”. “C’è la sensazione – venendo invece al merito della comunicazione – che il messaggio sia quello di dissuadere le ragazze e i ragazzi dagli studi universitari”.

“È grave e superficiale la lettera di Valditara alle famiglie”, dice Elisabetta Piccolotti dell’AVS, mentre per la Rete degli studenti, “rappresenta come l’intenzione sia quella di far diventare la scuola un istituto di formazione aziendale”.

Dubbi sui cellulari anche dai presidi “’dopo la Dad la tecnologia non si può demonizzare’ e della Rete degli studenti medi del Lazio che sottolineano “siamo nativi digitali” semmai, “serve una educazione sull’utilizzo responsabile dei telefoni”.