L’editore Gallimard ha «sospeso» la pubblicazione di tre testi di Louis-Ferdinand Céline (1894-1961), ferocemente antisemiti e pro-nazisti. Con un comunicato, Antoine Gallimard ha chiuso temporaneamente la polemica che dura da un mese in Francia, attorno alla riedizione di Bagatelles pour un massacre (1937), L’Ecole des cadavres (1938) e Les Beaux Draps (1941), che era stata prevista per il prossimo maggio.

IL MONDO INTELLETTUALE si è spaccato, quello politico ha preso posizione: in un contesto europeo di ritorno dell’antisemitismo, Gallimard aveva pensato di proporre un’edizione in Francia ripresa da quella canadese in circolazione, con la sola aggiunta di una prefazione dello scrittore Pierre Assouline (esiste anche un’edizione in Paraguay). Quella canadese, realizzata dal piccolo editore Editions 8, è del 2012, ed è fortemente avversata per la debolezza dell’apparato critico, realizzato da Régis Tettamanzi, professore di letteratura francese a Nantes, 231 pagine su 1044 del testo di Céline. I tre pamphlet sono riuniti sotto un titolo considerato troppo neutro, quasi compiacente, che Gallimard aveva l’intenzione di riprendere: Ecrits polémiques. Del resto, il direttore delle Editions 8, Rémi Ferland, durante la campagna elettorale delle presidenziali francesi si era distinto per prese di posizione a favore di Marine Le Pen contro Emmanuel Macron.

In Francia, alcuni intellettuali avevano chiesto a Gallimard un impegno critico più consistente, con interventi di storici accanto a letterati. Ma Gallimard ha preferito rinunciare, per il momento. La questione della pubblicazione si riproporrà, comunque, allo scadere dei 75 anni dei diritti d’autore (in Canada sono 50 anni, in Francia sarà il 2032). Uno degli argomenti dei difensori della pubblicazione è che i testi circolano su Internet, senza apparato critico, utilizzati come pura propaganda antisemita. Lo stesso Céline, condannato alla Liberazione, non aveva voluto la ripubblicazione dei tre testi che, comunque, non erano stati esplicitamente proibiti nel dopoguerra. La vedova, che oggi ha 105 anni, rimasta a lungo fedele alla posizione dello scrittore, aveva cambiato idea di recente.

LA NOTIZIA DELLA PROSSIMA pubblicazione di Bagatelles pour un massacre e degli altri due testi antisemiti è stata diffusa, all’inizio dello scorso dicembre, dal sito del mensile L’Incorrect, pubblicazione vicina a Marion Maréchal-Le Pen, la nipote del fondatore del Fronte nazionale. Subito si erano verificate le prime reazioni. Serge Klarsfeld, presidente dell’associazione Figli e Figlie dei deportati ebrei di Francia, ha chiesto la proibizione dell’edizione. Per Klarsfeld, accompagnare i testi con un apparato critico non sarebbe stato sufficiente: «le persone non leggono le note a piè di pagina».
Il saggista Pierre-André Taguieff ha sottolineato che la pubblicazione da parte di un editore di prestigio come Gallimard avrebbe dato legittimità al contenuto di questi testi, che peraltro circolano come propaganda razzista su Internet. Anche per lo storico Laurent Joly, un’edizione Gallimard con uno scarso apparato critico sarebbe stata «una legittimazione editoriale di testi di propaganda».
Al contrario, Henri Godard, professore alla Sorbonne e specialista di Céline ha approvato il progetto di far uscire «il cadavere dall’armadio», in nome del fatto che il grande scrittore di Voyage au bout de la nuit (1932) e di Mort à crédit (1936), è «lo stesso individuo» che ha firmato i pamphlet antisemiti e pro-nazisti.

ANCHE IL MONDO POLITICO ha preso posizione. Il deputato della France Insoumise, Alexis Corbière, ha chiesto la proibizione. A metà dicembre, il delegato interministeriale per la lotta contro il razzismo, l’antisemitismo e l’odio anti-Lgbt, Frédéric Potier, aveva ricevuto Antoine Gallimard e Pierre Assouline, per verificare che la riedizione francese offrisse «tutte le garanzie necessarie» di un apparato critico sufficientemente consistente per «chiarire il contesto ideologico della produzione» di quei testi.

POTIER AVEVA SUGGERITO di inserire interventi di storici, ma Gallimard non ha accettato. Sulla questione è persino intervenuto il primo ministro, Edouard Philippe: «non ho paura della pubblicazione di questi pamphlet, ma bisognerà accompagnarli con cura» con un apparato critico, ha affermato in un’intervista. Più silenziosa, invece, la ministra della Cultura, Françoise Nyssen, probabilmente a causa di un conflitto di interessi: è editrice (Actes Sud), con distribuzione Gallimard.