Cecilia Mangini negli ultimi anni era una presenza costante, un riferimento intellettuale e di pensiero, qualcuno a cui rivolgersi per chiedere del mondo, del presente, della storia d’Italia, del comunismo – lei che si definiva «comunista eretica».   E per parlare di cinema, naturalmente, delle immagini che erano state – e lo erano ancora – il centro della sua vita, strumento politico e poetico in quel confronto con la realtà alla quale non si era mai arresa. Fossero film o fotografie la «sfida» era sempre lì, prioritaria e senza demagogia. FORSE è per questo che la sua opera riesce a esprimere...