Ormai è una costante, «un trend consolidato», in termini statistici. Ogni mese che passa l’Istat certifica un calo – seppur minimo – della disoccupazione. Ma non c’è – quasi – niente da festeggiare. Perché quel dato è ingannevole e figlio della riduzione della «forza lavoro», il denominatore della frazione da cui si ricava il tasso di disoccupazione. Un calo della forza lavoro che ad agosto è stato pari a circa 90 mila unità rispetto a luglio, figlio dell’aumento dei cosiddetti «inattivi» e un aumento dei pensionati. La controprova sta nel fatto che la variazione del tasso di occupazione tra i...