Europa

Cavalli-cavia nei piatti degli europei

Nuovo scandalo alimentare Ventun arresti in Francia, perquisizioni in Spagna. Anche Belgio e Olanda coinvolti nel caso della carne di cavallo impropria al consumo: sono animali utilizzati per produrre vaccini o imbottiti di anti-infiammatori e antibiotici. Nell'Europa dell'austerità, sempre meno controlli (costano troppo)

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 17 dicembre 2013

 

L’Europa della truffa continua a prosperare. Ventun persone sono state fermate nel sud della Francia, lunedi’ mattina, in seguito a un’indagine su un traffico di carne di cavallo, iniziata dopo una denuncia anonima che risale al 2012. L’inchiesta interessa non solo la Francia, ma anche Belgio, Olanda e Spagna, dove è stato perquisito il macello di Gerona. Dieci mesi dopo il caso della carne di cavallo nelle lasagne surgelate, venduta come carne di bue – un traffico rivelato in Gran Bretagna e che aveva coinvolto vari paesi europei, dall’Olanda alla Romania passando per la Francia – torna in primo piano un nuovo scandalo alimentare. In peggio. Difatti, dieci mesi fa si era trattato di una truffa, carne di cavallo al posto di carne di bue. Oggi, potrebbe invece essere uno scandalo sanitario: difatti, i cavalli macellati illegalmente erano impropri al consumo. Una parte proveniva dalla casa farmaceutica Sanofi Pasteur, che li aveva utilizzati per produrre dei vaccini (antirabbici, antitetanici). Sanofi afferma di collaborare completamente con gli inquirenti e assicura che i cavalli implicati erano provvisti di un chip e di documenti che li dichiaravano impropri al consumo alimentare. In questa filiera clandestina sarebbero finiti anche cavalli da sella ormai vecchi e malati, imbottiti di anti-infiammatori e antibiotici. Gli animali hanno poi viaggiato in Europa, i documenti sono stati falsificati e si è cosi’ persa ogni tracciabilità. Dietro questo traffico, ci sono forti guadagni: un cavallo utilizzato come cavia da una casa farmaceutica o un animale invecchiato erano venduti intorno ai 10 euro, per essere poi commercializzati nella filiera alimentare a 300 euro. Il sottosegretario al consumo, Benoit Hamon, ha denunciato la gravità della situazione, sottolineando le differenze con lo scandalo di dieci mesi fa: “allora era una truffa commerciale, oggi si tratta di un problema sanitario”. Nel febbraio scorso, il leader contadino europarlamentare José Bové aveva messo in causa la “logica finanziaria” che domina nel mercato alimentare. “Gli intermediari sapevano benissimo come fare soldi”, afferma José Bové.

In questi scandali alimentari europei, tutti cercano di scaricare le colpe sul vicino e la Commissione, che dovrebbe vegliare al buon funzionamento del mercato interno, se ne lava le mani.  Dal 2004 è in vigore il “pacchetto igiene”, che per risparmiare si basa soprattutto sull’autocontrollo dei produttori a ogni livello del processo di produzione. Ogni nazione ha poi dei controlli sanitari, ma che si preoccupano soprattutto di controllare i prodotti provenienti da fuori Ue. E recentemente, per risparmiare, la Commissione ha proposto di trasferire una parte dei controlli ufficiali ai singoli macelli (privati). In Francia, tra l’altro, a causa dell’austerità, i veterinari addetti ai controlli sono diminuiti del 12% (da 5200 nel 2007 agli attuali 4579).

La rivelazione del nuovo scandalo in Francia è stata l’occasione per criticare di nuovo il previsto aumento dell’Iva il prossimo 1° gennaio, che riguarderà anche i centri ippici e spingerà, secondo i detrattori, a sbarazzarsi dei cavalli, diventati troppo costosi da mantenere.

 

 

 

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