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Caterina Casini a Sansepolcro

Vaiviaviva "Il centro della Visione" convegno, spettacoli, incontri dal 2 al 4 maggio

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 3 maggio 2014

Mentre noi teatranti romani siamo ormai stremati dall’attesa di un qualsiasi cenno di vita da parte delle istituzioni, come sempre la provincia si rivela molto più agile e produttiva seppur con mezzi economici limitati. È questo il caso della cittadina di Sansepolcro (Arezzo) in cui da dieci anni svolge un’attività intelligente e creativa l’associazione Laboratori Permanenti e Capo Trave Kilowatt che in questi giorni (2-4 maggio) dà vita al Convegno «Il centro della Visione» nel Teatro Alla Misericordia dove si aprirà un incontro sull’esperienza di 10 anni di lavoro condotto da Caterina Casini con la Scuola Comunale di Teatro e i suoi allievi provenienti dal tessuto sociale di questo comune e persone seguite da medici e infermieri della Usl 8 (malati psichici) di Sansepolcro.

Dopo lo spettacolo L’Armadio di Tonino Conte del Teatro della Tosse di Genova, interpreti gli allievi della Scuola Comunale di Teatro di Sansepolcro, adattamento e regia Caterina Casini, verrà proiettato il film Un silenzio particolare dello sceneggiatore Stefano Rulli, la storia di Matteo, ma anche dei suoi genitori, lo stesso Rulli e la moglie Clara Sereni. I partecipanti al modulo indagheranno, dunque, il delicato confine tra creazione artistica e autobiografica, affrontando il problema della distanza necessaria (o meno) a creare un’opera. Tensione verso la sincerità dell’approccio e ricerca della verità emotiva e umana nell’arte saranno dunque i temi trattati, ospiti della giornata saranno anche altre associazioni che realizzano iniziative analoghe in comuni diversi della Toscana, insegnanti di sostegno, personalità del calibro di Bruno Benigni Presidente del Centro Basaglia, coordinatore delle giornate sarà Piergiorgio Giacchè, direttore scientifico de «Il Centro della visione».

Conosco Caterina dagli anni settanta, faceva parte del gruppo d’avanguardia «The a tre» ma aveva già fatto un pezzo di percorso teatrale cominciando alla scuola Fersen, è stata parte del gruppo del teatro Politecnico con Sammartano, ha lavorato con il Teatro della Tosse con Aldo Trionfo e Tonino Conte, fondato la compagnia Holiday camping con Enzo Provenzano, negli anni ottanta è stata cooptata da Arbore in «International doc club» dove ha dato fondo alla sua vena comica e all’improvvisazione. Caterina ha fatto altre mille esperienze di teatro, radio e cinema tra cui La storia di Piera e La casa del sorriso di Marco Ferreri; ha scritto, ha insegnato, è stata consulente del teatro di Anghiari e poi è tornata nella sua Sansepolcro dove ha ricominciato a tessere relazioni e ha fondato la scuola di teatro comunale di Sansepolcro e l’associazione «Laboratori permanenti» che si occupa di didattica e produzione.

Ma per fare tutto ciò era indispensabile uno spazio: «un giorno ho chiesto a mio fratello Michele ma dov’è che si chiede un teatro? E lui: vai all’ufficio urbanistica del comune. Così ho fatto e guarda caso c’era un progetto sul ripristino dell’ex ospedale vecchio…». L’ex ospedale vecchio, struttura originaria del duecento, ospitò il polittico della Misericordia di Piero della Francesca, attualmente al sicuro nel Museo, e a breve tornerà ad ospitare l’antica cornice restaurata del capolavoro. Così da dieci anni il teatro della città di Sansepolcro, che è il vivace crocevia tra le regioni Toscana, Umbria, Marche ed Emilia Romagna svolge un intensa attività culturale coinvolgendo il territorio circostante e distante con iniziative e residenze (anche internazionali).

Tra le produzioni c’è Pazze opera comica di e con Caterina Casini, Lucia Poli e Ivana Monti (in alcune versioni Simona Marchini al posto della Monti) e Oltremare con Caterina Casini e Sasa Vulicevic regia di Piergiorgio Prosperi storia di Anna e Slobo, doppiamente esuli, prima dall’Italia verso la Iugoslavia in cerca del Comunismo utopico realizzato, poi scacciati da Tito in discordia con Stalin come dissidenti politici stalinisti e rinchiusi nel lager, ormai tristemente noto, di Isola Calva e poi tornati, ancora una volta da esuli, in Italia.

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