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Caso Suarez, indagati Paratici e il legali della Juve

Caso Suarez, indagati Paratici e il legali della Juve

Il dirigente accusato di false dichiarazioni. Nell’inchiesta spunta il nome della ministra De Micheli

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 5 dicembre 2020

Una prova farsa. Con contenuti «preventivamente comunicati» a Luis Suarez, ex attaccante del Barcellona, per l’esame di lingua italiana sostenuto all’Università per Stranieri di Perugia, «giungendo a determinare l’esito e il punteggio della prova, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno d’immagine, tanto personale quanto per l’Università». C’è la svolta nelle indagini della procura di Perugia sul caso Suarez: sospesi i vertici dell’Università (otto mesi per la rettrice dell’ateneo, Giuliana Grego) e soprattutto c’è l’avviso di garanzia per Fabio Paratici, dirigente della Juventus e anche per gli avvocati del club bianconero, Luigi Chiappero e Maria Turco. E dalle carte dell’inchiesta, come riferito dal sito del Corriere della Sera, salta fuori anche il coinvolgimento del ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, che avrebbe messo in contatto Paratici con un funzionario del Viminale, il capo di Gabinetto Bruno Frattasi, per velocizzare la pratica della cittadinanza a Suarez. Secondo la procura umbra, il manager della Juventus avrebbe esercitato pressioni per ottenere l’esito positivo dell’esame per la cittadinanza italiana del calciatore uruguaiano.

Gli accertamenti investigativi hanno consentito «di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per accelerare il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento», come emerge da una nota del procuratore di Perugia Raffaele Cantone.

Dunque, lo scenario cambia e parecchio, dopo quasi due mesi di silenzio, richiesto dallo stesso Cantone, temendo che il ritorno mediatico avrebbe rappresentato un ostacolo per l’attività investigativa.

La vicenda ha avuto inizio il 17 settembre, con l’esame farsa di Suarez all’Università per Stranieri di Perugia. Cinque giorni dopo, la procura emette un comunicato per segnalare irregolarità nella prova sostenuta dall’attaccante uruguaiano, con ipotesi di reato di falso ideologico e rivelazione dei segreti d’ufficio. Cantone ipotizza che la prova fosse stata concordata, ma non risultavano tra gli indagati né Suarez, né tesserati della Juventus, che a sua volta faceva filtrare la sua versione dei fatti, ovvero di non aver organizzato l’esame e neppure il viaggio a Perugia di Suarez, con cui il club bianconero aveva intavolato una trattativa per il suo trasferimento a Torino, poi saltata. Ma viene aperta l’inchiesta, indagati cinque dipendenti dell’ateneo perugino, tra i reati contestati alla rettrice spunta anche il concorso in corruzione e nelle intercettazioni sono citati tesserati della Juve e pure Paratici.

Sarebbe stato infatti il suo stretto collaboratore, Federico Cherubini, a mettersi in contatto con l’Università per Stranieri. Il caso diventa sempre più mediatico, la Figc apre un fascicolo, i pm di Perugia fermano l’indagine per violazione del segreto istruttorio, per poi ripartire pochi giorni dopo, fino al provvedimenti di ieri, tra sospensioni e indagati.
Per la prima volta sono chiamati in causa esponenti della Juventus. Il nome che viene confermato direttamente in una nota dalla Juve è Fabio Paratici, indagato per false dichiarazioni al pubblico ministero, come il legale della Juventus, Chiappero, mentre l’altro legale, Maria Turco è accusata di aver concorso moralmente e di essere stata ispiratrice su mandato della Juventus del falso con cui l’Università per stranieri istituiva una sessione d’esame straordinaria per esigenze logistiche legate al Covid-19.

Nel caso le ipotesi di reato fossero confermate, dalla giustizia sportiva per la Juve potrebbe arrivare un’ammenda (forte multa) ma anche la pena massima, l’esclusione del campionato di Serie A. In ogni caso, la vicenda è ancora alla fase dell’approfondimento investigativo. Eventuali illeciti ancora da dimostrare. E la Juve entrerebbe in gioco solo se fosse accertato anche il coinvolgimento diretto della società: per ora si fa esplicito riferimento solo a Paratici.

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