Il «caso Palamara» mette d’accordo maggioranza pentaleghista e opposizione dem all’insegna di una parola-simbolo dell’ideologia neoliberale: meritocrazia. Tutti a invocarla per una «riforma» del Csm tale da evitare il ripetersi di scandali come quello scoperchiato dall’inchiesta di Perugia: il problema – secondo il ministro Alfonso Bonafede e il Pd per bocca di Luigi Zanda – starebbe nell’eccessivo peso delle correnti a danno dei magistrati meritevoli e a vantaggio di quelli trafficoni. Il comodo passepartout del «merito» è utilizzato sia per abbozzare un diverso sistema di elezione dei togati dell’organo di autogoverno, sia per suggerire nuovi criteri di selezione dei capi...