Caso Gregoretti, Gasparri: «Rinvio del voto escluso»
Avviata nella giunta per le immunità del senato la discussione sul caso Gregoretti, sembra al momento fuori discussione l’ipotesi del rinvio del voto sul processo a Matteo Salvini a dopo […]
Avviata nella giunta per le immunità del senato la discussione sul caso Gregoretti, sembra al momento fuori discussione l’ipotesi del rinvio del voto sul processo a Matteo Salvini a dopo […]
Avviata nella giunta per le immunità del senato la discussione sul caso Gregoretti, sembra al momento fuori discussione l’ipotesi del rinvio del voto sul processo a Matteo Salvini a dopo le elezioni regionali. Resta la data del 20 gennaio e il presidente della giunta, Maurizio Gasparri, è netto. Spiegando che oggi presenterà la sua relazione, il senatore forzista dice infatti che quella del rinvio «è un’ipotesi inesistente, nessuno ne ha parlato».
Oggi dunque Gasparri, anche in veste di relatore, presenterà la sua proposta sull’autorizzazione a procedere nei confronti dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini per lo stop allo sbarco, nel luglio scorso, dei migranti a bordo della nave Gregoretti della Guardia costiera italiana.
In attesa del voto dell’aula (previsto per metà febbraio) in giunta Salvini può contare su 10 voti, calcolando anche quello dell’ex 5 Stelle Francesco Urraro, passato alla Lega. A chiedere il processo dovrebbero essere 13 senatori. Anche Italia viva ha confermato il suo sì, ma il voto del 5S Mario Giarrusso non è scontato e in ballo c’è anche quello del senatore delle Autonomie Meinhard Durnwalder. Non è ancora escluso, dunque, che si vada in aula senza un’indicazione sull’autorizzazione a procedere contro Salvini per l’ipotesi di sequestro di persona.
La capogruppo dei 5 Stelle in giunta, Elvira Evangelista, ribadisce la posizione dei pentastellati, che sul caso Diciotti avevano invece salvato Salvini. Anche nei giorni della Gregoretti i grillini governavano ancora con la Lega, ma in questo caso, dice Evangelista, quella di Salvini «sembra un’attività isolata, un abuso anche della potestà amministrativa, poiché l’indicazione del porto sicuro competeva solo ed esclusivamente al ministero dell’Interno e su questo non c’era alcun dialogo con gli altri ministeri». Insomma: «È un caso davvero diverso e non sovrapponibile al caso Diciotti».
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