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Case farmaceutiche e Ue: «La segretezza dei contratti è un insulto alla democrazia»

Case farmaceutiche e Ue: «La segretezza dei contratti è un insulto alla democrazia»Vaccini. – LaPresse

Sanità Parla Philippe Lamberts, co-presidente dei Verdi europei. "C’è chiaramente la volontà di scaricare la responsabilità delle conseguenze dovute ad eventuali effetti collaterali del vaccino sul pubblico"

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 21 gennaio 2021

«La mancata trasparenza dei contratti fra le case farmaceutiche e la Commissione Ue è inaccettabile in democrazia» è l’atto d’accusa che Philippe Lamberts, eurodeputato e co-presidente del gruppo parlamentare europeo Verdi/Ale. La critica è rivolta alla Commissione, incapace di lavorare «nell’interesse generale», garantendo la «trasparenza sulla natura e sulle clausole dei contratti». A preoccupare Lamberts sono le logiche di profitto che si celano dietro i vaccini anti-Covid, e avverte «solo la trasparenza è garanzia di interesse pubblico».

I contratti sono coperti da clausole di riservatezza. Lei ha espresso parere negativo, ci spieghi perché.
Quando un cliente firma un contratto ha accesso a tutte le sue clausole. I cittadini sono i clienti, ed in quanto tali hanno diritto di sapere. La risposta che ricevo quando sollevo queste questioni è che ci sono delle ragioni di riservatezza. Io temo che le cause farmaceutiche non vogliono far sapere al consumatore a quali condizioni ha acquistato il prodotto.

Lei ha parlato di omertà, quali interessi nasconde la mancata pubblicazione dei contratti?
C’è chiaramente la volontà di scaricare la responsabilità delle conseguenze dovute ad eventuali effetti collaterali del vaccino sul pubblico. Se così fosse sarebbe un problema. Non voglio negare che questa discussione non sia legittima, ma che deve avvenire alla luce del sole. Se ci sono delle problematiche legate alla riservatezza, almeno i rappresentati dei cittadini devono essere informati.

Da quanto trapelato, le cause farmaceutiche potrebbero prendere in carico le responsabilità degli effetti secondari a breve termini, quelle a lungo termini invece sarebbero a carico del pubblico. Lei conferma questa versione?
Purtroppo non lo sappiamo, è questo il punto. Ma se così fosse, sarebbe grave. Questa eventualità non mi stupirebbe. Tutto ruota intorno all’attribuzione di eventuali responsabilità.

Lei ha parlato di capitolazione da parte della Commissione Ue.
Chi oggi nella Commissione Ue ha la responsabilità di negoziare i termini dei contratti segue una logica neoliberale che porta l’istituzione a interagire alla pari con le case farmaceutiche, quando invece il rapporto dovrebbe essere fondato sulla subordinazione nel nome dell’interesse pubblico.

Gli argomenti in favore della riservatezza si basano sulle necessità dovute al contesto d’urgenza e di crisi sanitaria.
Credo che in una situazione d’urgenza l’istituzione pubblica potrebbe giocare la carta della requisizione. Ora non credo che si debba arrivare a questo, ma sicuramente la richiesta di trasparenza doveva e deve essere garantita.

CureVac ha dato il proprio accordo alla Commissione affinché il Parlamento europeo possa visionare i termini del contratto.
Un’iniziativa di facciata visto che solo alcuni colleghi hanno potuto visionare dei documenti in cui inoltre sono stati omessi gli elementi essenziali. Per me non è chiaro quali siano oggi le modalità d’accesso ai documenti e quali elementi possano essere resi pubblici.

La commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, ha invitato le altre case farmaceutiche a seguire l’esempio della CureVac.
Si tratta di un cattivo esempio, poiché non sono accessibili tutti i termini del contratto e dunque non si tratta ancora di un atto di trasparenza.

Ne deduco che per lei, oggi, la Commissione si trova in una situazione di debolezza rispetto alle cause farmaceutiche.
Assolutamente sì, e devo dire che la Commissione è responsabile rispetto a questa situazione, visti i poteri che le istituzioni pubbliche hanno in situazioni di emergenza come quella che stiamo vivendo in questo momento.

E seguendo il suo ragionamento, considera il rallentamento della produzione da parte della Pfizer/biontech come una prova di debolezza da parte della Commissione.
Ne sapremo di più quando i contratti saranno pubblici. Le voci di corridoio ci dicono che le forniture allo stato di Israele sono garantite poiché il prezzo del vaccino è più alto. Se così fosse devo dedurre che la sola logica è quella di trarne il maggiore profitto. Ciò non potrebbe avvenire se i contratti fossero pubblici. La trasparenza è la sola clausola dell’interesse collettivo.

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