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Casamicciola, il piano di evacuazione

Casamicciola, il piano di evacuazioneIschia – LaPresse

Sale la tensione sulla mancata allerta Con nuove piogge sarà necessario spostare in albergo circa 1.300 persone. Per chi non si sente al sicuro è stato previsto un traghetto nel porto del comune ischitano

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 2 dicembre 2022

Sono stati identificati ieri i corpi di tre dei quattro dispersi dell’alluvione di Ischia, proseguono le ricerche di Mariateresa Arcamone mentre il centro di coordinamento soccorsi allestito presso la prefettura di Napoli ha annunciato il piano per affrontare il nuovo fronte di maltempo che, a partire da oggi, potrebbe colpire Casamicciola. Sono saliti a 11 i deceduti, gli sfollati sono circa 300, 59 minori. Gli edifici verificati, a ieri, erano 1.134 ma i tecnici dovrebbe completare la mappatura entro stamattina. «In caso di allerta gialla o arancione sono da sgomberare 600 edifici, circa 1.300 persone- ha spiegato ieri il prefetto Claudio Palomba -. Si allontaneranno temporaneamente per rientrare finita l’allerta. Saranno messe a disposizione strutture alberghiere e navette (o ambulanze per i fragili), le forze dell’ordine presidieranno le operazioni e sorveglieranno i varchi». Chi non risiede nell’area attenzionata ma teme per la propria casa potrà accedere a una nave traghetto nel porto di Casamicciola.

Zona rossa: è in via di definizione la planimetria dell’area. Ha spiegato Italo Giulivo, responsabile della Protezione civile della Campania: «La zona si è ampliata, c’erano dei fabbricati che avevano necessità di essere compresi perché le condizioni del suolo sono da ripristinare». Tra i primi interventi di somma urgenza c’è stato la pulizia dell’imbocco dei valloni Senigallia e Fasaniello, ostruiti dai detriti, proprio in vista di nuove piogge. Il piano verrà replicato a ogni allerta fino a quando il territorio non sarà messo in sicurezza.

In emergenza la reattività è massima. Resta la domanda come mai non si è evitata la tragedia. L’ex sindaco del comune, Giuseppe Curcio, ha raccontato di aver inviato il 22 novembre 23 pec dando l’allarme. La commissaria al comune di Casamicciola, Simonetta Calcaterra, ha spiegato: «Era stato diramato nel giorno precedente un avviso alla cittadinanza con indicazioni per la messa in sicurezza. È una misura che normalmente nelle allerte meteo viene posta in essere, consegnato alla stampa locale per essere diffuso. Scuole, parchi e cimiteri erano stati chiusi. L’evento è avvenuto alle 5 del mattino, molti cittadini stavano dormendo». E Giulivo: «Conte segnalava genericamente una situazione di rischio come ce ne sono a migliaia, riportava in copia incolla quello che mettiamo nel bollettino di allerta. Il sistema di Protezione civile consegna delle responsabilità a vari livelli, non è sufficiente mandare mail per salvarsi la coscienza». Durissimo il governatore De Luca: «Nessuno gli ha chiesto cosa ha fatto quando era sindaco».

Si aveva una percezione chiara del rischio? l’Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale lo stesso giorno della frana stila una relazione sul rischio idrogeologico nei comuni di Casamicciola e Lacco Ameno: «La morfologia del territorio è contraddistinta da un generale pendio, dissecato da scarpate e da estesi bacini idrografici. Detti impluvi sono soggetti a una elevatissima antropizzazione lungo la parte medio-bassa del loro tracciato, con strade alveo, edificazioni e tombamenti». In caso di frana: «La grande energia messa in gioco da tali flussi è in grado di danneggiare i fabbricati e le strutture provocandone, occasionalmente, la completa demolizione». Estese porzioni di Casamicciola risultano classificate a Rischio molto elevato (R4) ed elevato (R3): «Sono presenti numerosi beni esposti – in quanto suscettibili all’innesco, transito e invasione di fenomeni di colata rapida di fango, flussi per concentrati e crolli, tra le quali quelle colpite dall’evento di oggi 26 novembre. Gli impluvi nei quali evolvono i suddetti fenomeni presentano numerosissime interferenze con opere antropiche quali tombamenti, edificazioni e strade alveo».

La relazione aveva il quadro della situazione perché, come ha spiegato a Il Mattino Vera Corbelli (segretario generale dell’Autorità di bacino) in merito al piano su rischio sismico e idrogeologico: «Lo stavamo facendo proprio in questo periodo, e dopo alcuni sopralluoghi ci siamo resi conto di tanti tombamenti e ostruzioni, predisponendo quanto necessario per l’individuazione degli interventi necessari. La presenza delle ostruzioni potrebbe aver modificato il percorso del flusso, con la colata di fango che ha attraversato le case, naturalmente si dovrà fare chiarezza su questi punti».

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