Casaleggio tenta di uscire dall’angolo Gli eletti: «Discuta alla pari»
Stati generali M5S Il figlio del co-fondatore boccia la leadership collegiale e difende il tetto dei due mandati
Stati generali M5S Il figlio del co-fondatore boccia la leadership collegiale e difende il tetto dei due mandati
Davide Casaleggio prova a ritornare in pista, dopo dopo essere finito di fatto ai margini del percorso che condurrà agli Stati generali del 14 e 15 novembre prossimo. Compare in mattinata davanti alle telecamere di Omnibus e rivendica di aver rifiutato un posto al governo. In quale casella non lo dice, «per rispetto alla persona che oggi occupa questo ministero», dice. Dal M5S trapela che al tempo della formazione del governo con la Lega, era stato proposto a Casaleggio di andare al ministero dello sviluppo economico. Di fronte al suo rifiuto, Luigi Di Maio decise di prendere sia quel ministero che quello del lavoro.
Casaleggio parla anche del tetto dei due mandati, questione sul crinale tra organizzazione tradizionale e soggetto liquido. Non concede margini di manovra: «Il tema della partecipazione civica per un tempo limitato è uno dei principi fondanti del M5S e penso che sia condiviso dalla maggior parte degli eletti», scandisce.
Invece, almeno a parole, si dice «disponibile» a «riconfigurare il rapporto tra M5S e Rousseau» e giura l’ultima parola sulle modalità delle consultazoni online ce l’hanno il capo politico e il comitato di garanzia dei 5 Stelle. Tentenna quando deve spiegare come mai l’associazione di cui è socio assieme ad altre due persone gestisca i dati degli iscritti e disponga di informazioni essenziali per chiunque voglia fare politica e mantenere un rapporto con la base. E la leadership collegiale che in tanti invocano? «C’è già», risponde Casaleggio riferendosi ai 200 «facilitatori» nominati mesi fa e mai diventati operativi.
Gli eletti che da tempo hanno deciso di ridimensionare il suo potere replicano duramente. Roberta Lombardi è uno dei tre membri del comitato di garanzia, organismo che di recente ha mandato a dire a Casaleggio che non può disporre a suo piacimento del Blog delle stelle. Risponde così «Casaleggio ha le sue legittime opinioni, come ogni attivista e portavoce e iscritto del M5S. Vada ad una delle numerose assemblee locali di questo weekend e metta a disposizione le sue idee confrontandosi con gli altri, alla pari. Come faremo tutti noi». Il deputato Sergio Battelli rincara la dose sottolineando che questo è il momento degli stravolgimenti interni per il M5S: «In questa fase stiamo ridiscutendo tutto il M5S, dalla linea politica alla governance – avverte – Dobbiamo guardarci in faccia e mettere tutto sul piatto senza dogmi o tabu. Tutto deve essere messo in discussione, compresa l’Associazione Rousseau».
Di Maio, gelido, dice che preferisce preoccuparsi dei contagi in ascesa del Covid piuttosto che delle rivelazioni di Davide Casaleggio. Dopo aver fatto sapere di condividere il documento programmatico che emerge dalla ricerca di Domenico De Masi, proponendolo come piattaforma plurale che faccia da sintesi tra tutti i documenti (esito che in effetti è previsto dal percorso degli Stati generali) incassa l’appoggio della componente «Parole guerriere». Dal gruppo che prima di altri si era mosso per raccogliere adesioni, e che ha presentato un testo sull’organizzazione interna sottoscritto daquaranta parlamentari tra i quali molti considerati vicini a Roberto Fico, arrivano parole di apprezzamento. «Concordo con Di Maio – dice la deputata Dalila Nesci – organo collegiale nazionale, alleanze programmatiche, organizzazione locale definita con referenti e compiti. Da tempo ‘Parole guerriere’ sostiene la necessità di una struttura per essere più forti».
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