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Casa e rifiuti, i due fronti di Raggi

Casa e rifiuti, i due fronti di RaggiLa sindaca di Roma, Virginia Raggi, in Campidoglio

Roma Scontro in Campidoglio. Il Pd attacca ma la sindaca silenzia le opposizioni ed espone le linee guida della nuova giunta. L’assessora all’Ambiente, Paola Muraro, ex consultente Ama, si difende dalle accuse: «Nessun conflitto d’interesse».

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 2 agosto 2016

In una calda giornata romana di agosto, il trasversalismo grillino «né di destra né di sinistra» tanto efficace in campagna elettorale è stato messo a dura prova, per meglio dire chiuso a tenaglia, su due fronti. Intanto quello istituzionale: il tema del giorno, ma non previsto dall’ordine dei lavori d’aula nel consiglio comunale nel quale siede la maggioranza assoluta di Virginia Raggi, è il passato dell’assessore alla sostenibilità ambientale Paola Muraro.

L’ex consulente di Ama, di fronte all’immondizia che tracima dai cassonetti di Roma ha scelto di ingaggiare un duro scontro con Daniele Fortini, attuale presidente dell’azienda della pulizia municipale. Dal quale sono emersi i suoi rapporti con le amministrazioni precedenti, i compensi che sarebbero lievitati all’epoca di Alemanno e (ultimo in ordine di tempo) il rapporto con una società in procinto di aggiudicarsi un appalto milionario per lo smaltimento dei rifiuti. «E se dovesse essere convocata in procura?», le hanno chiesto. «Tirerei fuori un dossier dettagliato», ha risposto Muraro attirandosi gli attacchi in nome della trasparenza.

Così, ieri, mentre il presidente d’aula Marcello De Vito batteva il martello di legno sul tavolo e apriva la seduta che era destinata alla presentazione delle linee guida dell’ammninistrazione, le opposizioni – Pd in primis – hanno avuto buon gioco a chiedere che Muraro si presentasse davanti ai consiglieri a spiegare i suoi trascorsi. De Vito ha rifiutato, motivando la fermezza istituzionale dal suo profilo Facebook: « Il Consiglio sta funzionando in maniera efficiente dopo anni in cui i tempi e le regole erano un optional. Abbiamo respinto le richieste di alcuni consiglieri presentate in quanto del tutto irrituali e riguardanti argomenti non inseriti nell’ordine dei lavori».

Silenziata l’opposizione, la sindaca ha esposto le linee guida della giunta, senza concedere nulla ai suoi avversari. Muraro, dal canto suo, ha affidato la sua replica al blog di Beppe Grillo, dove si è qualificata come «assessore di Roma 5 Stelle». Gli attacchi di questi giorni sarebbero frutto della reazione del «sistema di partiti e dirigenti che ha ridotto Roma, le sue vie, i suoi monumenti, le sue periferie in vergognosi esempi di degrado e inefficienza». Per la prima volta, il blog-organo di partito individua i trascorsi amministrativi come valore invece che intralcio: «Molte falsità sono state scritte sul mio conto – scrive ancora Muraro – Primo: io non ho nessun conflitto di interessi: lavorare in qualità di consulente è legittimo. Sono un’esperta in materia di rifiuti e ho prestato le mie competenze per numerose aziende. La mia professionalità può incidere positivamente sulla guida del mio assessorato all’Ambiente a Roma. Quello che in qualsiasi azienda, in qualsiasi amministrazione sarebbe considerato un valore aggiunto, cioè competenza ed esperienza, viene usato dai vecchi partiti come fossero elementi negativi, perché tremano davanti alla volontà politica di sistemare i danni che loro stessi hanno causato».

Oggetto di scontro è anche l’audizione parlamentare in commissione ecomafie. Muraro aveva chiesto un confronto all’americana con il suo antagonista Fortini. Dapprima le hanno fatto sapere che la sede istituzionale non ospita talk show. Poi le ha risposto il presidente, il piddino Alessandro Bratti: «Avevamo già deciso di ascoltare Fortini subito e fissare a settembre le audizioni di assessore e sindaco, anche perché mi sembrava corretto dare loro il tempo necessario per ponderare la progettualità. Ma se c’è una richiesta ufficiale sarà presa in considerazione».

C’è poi il fronte sociale, che fa pensare alla mozione livornese presentata da una lista civica ma approvata anche dai grillini sulla requisizione delle case sfitte. Davanti all’ingresso principale di palazzo Senatorio c’erano i manifestanti dei movimento per il diritto all’abitare. Chiedono da giorni un incontro alla sindaca, reso ancora più urgente dagli annunci di sgomberi, dovuti all’inerzia amministrativa che lascia alla burocrazia gestire – col pugno di ferro – il patrimonio inutilizzato delle periferie e occupato in questi anni di emergenza abitativa. I manifestanti chiedono almeno un interlocutore al quale rapportarsi. «Da quando si è insediata, la sindaca non ha dato alcuna risposta al problema e non ha ancora nominato un assessore con delega alla casa – spiega una attivista – Vogliamo che si faccia almeno quel nome, visto che Raggi ci dice che non ha il tempo né la voglia di occuparsene. Vogliamo delle risposte, non faremo passare un altro agosto con sgomberi. Il Comune è immobile, sta lasciando l’iniziativa alla questura». E uno striscione rivendica «la legittimità delle lotte contro la legalità dei poteri forti».

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