Era alla guida di un carrello, una sorta di trenino, per spostarsi all’interno della galleria tra le stazioni in costruzione di Poggioreale e Capodichino della linea 1 della Metropolitana di Napoli. Sul mezzo, insieme a lui, c’erano altri due operai. Per motivi da appurare – una delle ipotesi è che ci sia stato un malfunzionamento dei freni del carrello, ma è tutto ancora da verificare – ha perso il controllo del mezzo, che si è scontrato con un altro macchinario.

È MORTO così, sotto terra, Antonio Romano, 63 anni, a pochi mesi alla pensione. Feriti i suoi due colleghi. Uno, Michele Pannone di 54 anni, è stato ricoverato al Cardarelli per un trauma cranico. Le sue condizioni sono gravi, ma non sarebbe in pericolo di vita. L’altro, un 59enne, Salvatore Agliottone, è all’Ospedale del Mare per una forte contusione a una gamba. Un quarto operaio, 20 anni, era in prossimità del punto nel quale si è verificato l’impatto ma, non viaggiando sul carrello, non ha riportato ferite. La tragedia nel pomeriggio di ieri a Napoli. Le prime notizie erano che si fosse verificata una esplosione nel tunnel, ma sono state poi smentite da una diversa ricostruzione dell’incidente. Russo, secondo quanto si è appreso da una nota del sindacato, era iscritto da molti anni alla Cisl.

LO DESCRIVE così Antonio Lanzetta, segretario generale della Feneal – Uil Napoli e Campania: «Lo conoscevo da oltre trent’anni. Era un operaio molto esperto, un lavoratore sempre inquadrato che ha lavorato con imprese strutturate. Aveva già lavorato, per esempio, a un pezzo dell’asse mediano e alla galleria di Mergellina della linea 6. Antonio era un carpentiere capace di eseguire su disegno, uno professionalmente molto preparato». Non è bastato a evitare che il suo nome andasse ad allungare il lungo elenco dei morti sul lavoro. Giampiero Tipaldi e Massino Sannino, rispettivamente segretario generale della Cisl Napoli e della Flca Cisl Napoli, chiedono che «sindacati e imprese siano parte attiva di una strategia di contrasto fatta di controlli, investimenti e formazine per fermare questa lunga scia di sangue». Nicola Ricci (Cgil Napoli e Campania): «Serve prevenzione, organizzazione dei tempi di lavoro, verifiche quotidiane soprattutto nei grandi cantieri. Occorre una formazione preventiva per opere particolari come quelle della metropolitana di Napoli».

QUELLO DI IERI è il secondo incidente mortale che si verifica durante i lavori di ampliamento della metropolitana di Napoli. Nel 2014, infatti, precipitò da 20 metri di altezza Salvatore Renna. Era al lavoro nel cantiere per la realizzazione della stazione di Piazza Municipio, quella in prossimità del porto, che ha poi aperto circa tre anni fa. Più recentemente un altro incidente mortale a Napoli in un cantiere della metropolitana – non della linea 1, ma di una differente tratta che sta realizzando Eav, società della Regione Campania – si è verificato a ottobre dello scorso anno. Giuseppe Egizio, operaio di 60 anni, fu investito in via Pintor, a Secondigliano. Circa due anni fa, poi, proprio nel cantiere della linea 1 dove si sta scavando per realizzare la galleria che da Poggioreale arriva fino a all’aeroporto di Capodichino, un intenso flusso d’acqua provocò cedimenti al terreno nella parte inferiore del cimitero. Furono danneggiate diverse congreghe e precipitarono a terra centinaia di tombe, altre rimasero sospese a mezz’aria. I resti di quei defunti sono stati solo in parte identificati. In base al cronoprogramma, la nuova stazione di Capodichino dovrebbe aprire entro la fine del 2026.

IL PROGETTO è di Ivan Harbour dello Studio Rshp ed è ispirato al Pozzo di San Patrizio, costruito a Orvieto nel XVI secolo. La stazione ha una pianta circolare del diametro interno di circa 33 metri e raggiunge circa 50 metri di profondità. È un unico spazio aperto con 8 ascensori centrali e 4 scale elicoidali che giungono a un atrio a vista in corrispondenza del piano stradale. Circa un mese fa il sindaco Manfredi e l’assessore alle Infrastrutture Cosenza avevano effettuato un sopralluogo nel cantiere, accompagnati da Paolo Carbone, presidente di Metropolitana di Napoli, e dai responsabili delle commesse delle linee metropolitane di Napoli per Webuild, la società che guida il consorzio che sta realizzando lo scalo (ma che ha anche l’incorico di realizzare la mega diga di Geniva e il Ponte sullo Stretto). Il consorzio che ha avuto l’appalto della galleria tra Poggioreale e Capodichino e della camera di ventilazione è Integra, tramite la sua controllata Sinergo