Caro Saviano, le iraniane studiano. Fallo anche tu
Lettera aperta Un post dello scrittore di «Gomorra» sulla matematica Maryam Mirzakhani risveglia gli stereotipi sull'Iran e sulle donne
Lettera aperta Un post dello scrittore di «Gomorra» sulla matematica Maryam Mirzakhani risveglia gli stereotipi sull'Iran e sulle donne
Gentile signor Saviano,
siamo alcuni semplici cittadini e cittadine che si informano, leggono, seguono le notizie e cercano di farsi un’opinione più vicina possibile alla realtà dei fatti. Conosciamo molti altri/e cittadini/e come noi, la nostra non è un’impresa facile: oggigiorno è sempre più complicato trovare fonti realmente affidabili. Viviamo in un’epoca in cui la nostra vita quotidiana viene influenzata più che mai da quello che succede nel resto del mondo, in paesi lontani di cui magari eravamo abituati ad avere un’opinione approssimativa, quasi esotica. La rete può essere una grande risorsa, ma anche un immenso oceano di notizie false, sbagliate, dicerie, in cui perdersi, per non parlare dei social network.
Frequentiamo anche noi il mondo dei social, cercando di non cadere nella trappola di esprimerci con parole dettate dall’emotività e non dall’attenta documentazione e conoscenza dei fatti.
L’idea di scriverle è venuta a una di noi. Lei è una cittadina italiana ma del tutto casualmente si chiama Parisa Nazari ed è anche una cittadina iraniana. Diciamo «casualmente» perché se non fosse stata iraniana, con tutta probabilità, leggendo il suo post di sabato scorso su Facebook, avrebbe creduto che Maryam Mirzakhani si fosse laureata in matematica perché è uno dei pochi corsi consentiti alle donne iraniane (così come nel 2009, ascoltando un suo monologo su Rai3, si sarebbe potuto credere che una donna che possedesse un cellulare, usandolo in pubblico, fosse una presenza disturbante per la società).
Capita quindi che lei sia iraniana (oltre che italiana), e che abbia una sua idea della società iraniana, non solo perché nata e cresciuta a Tehran, ma anche grazie al supporto dei fatti. E così, una volta superato lo sconcerto iniziale dopo aver letto il suo post scritto in occasione della morte prematura della matematica iraniana Maryam Mirzakhani, Parisa Nazari si è informata ancora una volta sulle statistiche relative all’accesso delle donne alle università iraniane. Tra i tanti, citiamo l’articolo di Daniele Scalea su Huffington Post:
http://www.huffingtonpost.it/daniele-scalea/liran-descritto-da-saviano-esclude-davvero-le-donne-dalla-vita_a_23033351/
I fatti, però, raccontano una storia forse meno esotica ma molto più interessante: raccontano di come, nonostante i falliti tentativi del governo di Ahmadinejad di limitare l’accesso delle donne ad alcune facoltà, attualmente siano proprio queste ultime a costituire la maggioranza degli studenti universitari in Iran. Tra i partecipanti che hanno superato l’esame di ammissione alle università pubbliche per il 2017 il 57% sono donne, e la percentuale sale ancora se ci si riferisce all’intera popolazione universitaria. La situazione non era molto diversa ai tempi di Maryam Mirzakhani, che ha frequentato le migliori scuole iraniane, laureandosi in una delle migliori università di Tehran.
Sappiamo tutti quanto la disinformazione e il giornalismo approssimativo possano nuocere allo sviluppo di una coscienza civile e sociale, sostituendo lo stereotipo alla conoscenza, il pregiudizio al giudizio. E di stereotipi sulle donne del mondo musulmano – sarà anche lei senz’altro d’accordo con noi – ce ne sono già troppi. Non ne servono di nuovi, da dare in pasto al populismo più bieco e al qualunquismo. Serve invece creare il desiderio di andare oltre la superficie e approfondire la conoscenza con l’autenticità dei fatti. Le scriviamo non solo perché alcuni e alcune di noi si sentono profondamente offesi/e come cittadini/e iraniani/e, ma soprattutto per una sorta di stanchezza rispetto il dilagare della disinformazione dell’epoca in cui viviamo. Crediamo che questa sia una questione di fondamentale importanza nella società odierna. E continuiamo a essere convinti/e che anche lei sia dello stesso parere.
Le donne iraniane sono da sempre in prima linea nella lotta contro la discriminazione e l’ingiustizia sociale e noi sentiamo il dovere di render loro giustizia anche oggi, in occasione della scomparsa di una giovane e brillante matematica di fama mondiale.
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