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«Caro Landini, la questione meridionale torni al centro»

Lettera aperta al segretario della Cgil Sulla gravissima condizione umana, sociale, economica e istituzionale in cui versa il nostro Mezzogiorno

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 5 febbraio 2019

Caro segretario generale

Siamo stati molto contenti, direi entusiasti, della tua elezione alla segreteria nazionale della Cgil in un momento così difficile per il nostro paese. In quanto persone impegnate da diversi decenni nello studio quanto nella vita culturale, sociale e politica del territorio meridionale, siamo spinti a chiederti di prestare particolare attenzione alla gravissima condizione umana, sociale, economica e istituzionale in cui versa il nostro Mezzogiorno. Un terzo della popolazione italiana e del suo territorio rischia di staccarsi definitivamente dal resto del paese e di precipitare in una guerra tra poveri di cui si nutre l’attuale ministro dell’interno.

Dal 2008 abbiamo registrato tassi di emigrazione mai visti, nemmeno negli anni ’50 del secolo scorso, con le famiglie che spingono i propri figli a fuggire prima possibile da una terra in cui è morta la speranza, in cui è stato ucciso il luminoso modello in controtendenza di Riace. Rimangono anziani soli o con le badanti (sempre meno) e i pochi giovani che tornano, sconfitti, dai tentativi di emigrazione.

Il Mezzogiorno è diventato il territorio dei rifiuti tossici, della disperazione sociale, dei Comuni falliti e/o commissariati: è l’esempio più eloquente della «società dello scarto» denunciata da papa Francesco nell’enciclica «Laudato sì».

Conoscendo la tua concretezza e determinazione ti chiediamo non un generico impegno sulla vecchia retorica della «questione meridionale», ma su quello che hic et nunc si può ancora fare a partire da due obiettivi fondamentali. Il primo, è evitare che passi l’autonomia finanziaria delle regioni del Nord (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna,ecc) che non solo toglierebbe al Sud risorse essenziali ma decreterebbe la fine del servizio sanitario nazionale, della scuola e dell’Università, spaccando definitivamente il nostro paese e mettendo sotto terra l’unità dei lavoratori tanto cara alla storia della Cgil.

Il secondo obiettivo riguarda il turn over nella Pubblica Amministrazione. Negli ultimi dieci anni il blocco del turn over ha fatto perdere solo nel Mezzogiorno oltre 200 mila posti di lavoro ed ha colpito i servizi essenziali. È questo un problema per tutta l’Italia, ma è particolarmente grave nel nostro Sud: ospedali senza più medici e infermieri, tribunali dove non si amministra più la Giustizia per mancanza di personale, Università meridionali in coma e Scuole fatiscenti anche nelle zone ad alto rischio sismico e idrogeologico.

*** Tonino Perna, Piero Bevilacqua, Vezio De Lucia, Carmine Donzelli, Tomaso Montanari, Gianfranco Viesti, Leandra D’Antone, Laura Marchetti, Franco Maria Bisaccia, Ignazio Masulli, Vito Teti, Mimmo Rizzuti, Walter Tocci, Marco Revelli, Chiara Sasso, Enzo Scandurra, Riccardo Petrella, Giacomo Schettini.

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