Carlotto, tra indizio e trasgressione
Scaffale «Variazioni noir»: una raccolta di sette racconti dell'autore padovano scritti negli anni Duemila e apparsi in antologie e quotidiani, per la casa editrice CentoAutori
Scaffale «Variazioni noir»: una raccolta di sette racconti dell'autore padovano scritti negli anni Duemila e apparsi in antologie e quotidiani, per la casa editrice CentoAutori
Per festeggiare i suoi venticinque anni di scrittura (risale al 1995 il romanzo di esordio Il fuggiasco per i tipi della e/o) Massimo Carlotto ha accolto l’invito della casa editrice CentoAutori a raccogliere in volume sette racconti, scritti per lo più negli anni Duemila e apparsi in antologie e quotidiani, tutti poco conosciuti, un paio pressoché inediti. È nato così Variazioni sul noir (pp.168, euro 15), titolo che richiama quel procedimento compositivo, proprio del linguaggio musicale, in virtù del quale, come è noto, un elemento tematico di base viene trasformato in un qualcosa d’altro, che però mantiene con il modello un rapporto strettissimo di parentela.
CONCETTO QUESTO perfettamente applicabile alla ricchissima produzione di Carlotto, il quale ha sottoposto il genere noir a continue «variazioni», ne ha piegato le convenzioni, fino a farle implodere del tutto, con l’intento di fornire una rappresentazione, quanto mai efficace, della caduta dell’umano all’interno di un contesto sociale, culturale ed economico malato e sempre in balia dell’imprevedibile: narrare per lo scrittore padovano equivale a esplorare quegli spazi della trasgressione, della violenza e del segreto, che sfuggono alla logica del paradigma indiziario.
Nella scegliere le sue «variazioni sul noir», Carlotto non ha seguito un criterio cronologico, ma piuttosto di contenuti. Non è un caso che il primo racconto del libro, Cuori rossi, scritto nel 2006, si concentri su quei temi da lui più frequentemente esplorati (basti pensare al ciclo dell’Alligatore), vale a dire il senso di sconfitta e di disadattamento rispetto all’oggi che pervade quanti hanno creduto nello spirito rivoluzionario dei movimenti degli anni Settanta, il dominio assoluto e incontrastato del denaro sulla vita e i cambiamenti psicopatologici determinati dalla routine carceraria, la propensione alla violenza sia mentale che fisica.
DA FATTI DI CRONACA prendono invece spunto due racconti poco noti dell’antologia. Si tratta di Cortonese Station, storia di un killer al servizio della mafia russa, che mentre è impegnato a Perugia nei preparativi di un ‘lavoro’, viene fermato e ripreso da una troupe giornalistica giunta in città per seguire il processo ad Amanda Knox. È un testo scritto su commissione del capoluogo umbro, che nel 2008 coinvolse quattro scrittori, tra cui Carlotto, per un volume, Nero perugino, a distribuzione gratuita.
L’INTENTO ERA QUELLO di «scrostare dalla città le immagini morbosamente replicate e le parole surreali emesse laddove invece ingenuamente si presume venga distillata la realtà: sui giornali e nei telegiornali». Invece ne La donna giusta, pubblicato in Francia con il titolo Gaia nell’antologia à table!, curata da Laurent Lombard (2004), un brutale fatto di sangue entro le mura domestiche, mostra come la situazione economica sia alla base della possibilità di una coppia in crisi di affrontare o meno una separazione, con l’obbligo ad una convivenza forzata che può avere esiti devastanti.
Dalle pagine di Variazioni sul noir emerge la grande attenzione che Carlotto ha sempre riservato al mondo femminile. Lo testimoniano, tra gli altri, il fortunatissimo monologo della casalinga disperata di Niente più niente al mondo (2008), e il ciclo delle quattro Vendicatrici, che ha anticipato le storie di malaffare dell’inchiesta Roma Capitale. Ritroviamo qui la lesbica e sessualmente disinvolta commissaria Bernadette Bourdet di Respiro corto (2012), «brava e tosta quanto brutta», tanto da essere chiamata ironicamente B.B., nel racconto B.B. e il caso del poliziotto spagnolo, un noir investigativo apparso sul Corriere della sera nell’estate 2012. E le donne astute e spietate, come Patrizia, che un tempo si chiamava Roberto, capace di incastrare l’esperto sicario ingaggiato per ucciderla (La presunzione), assetate di vendetta dopo il tradimento del proprio uomo (Champagne per due), lacerate nel corpo e nella mente dopo aver subito uno stupro (Zodiaco) sono invece al centro di tre «racconti crudeli», apparsi per la prima volta in altrettante antologie curate da Tecla Dozio, libraia della Shelockiana di Milano, figura di spicco del mondo della narrativa giallo/noir, grande esperta di letteratura di genere. A lei, scomparsa nel 2016, si deve il merito di aver fatto conoscere ai lettori italiani moltissimi autori stranieri e di aver dato la possibilità a molti italiani esordienti di pubblicare i propri romanzi e di affermarsi. Questo libro è anche un omaggio alla Signora del giallo.
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