Carlot-ta, voce e pianoforte sullo skyline dei monti
Incontri La musicista racconta il nuovo disco, Songs of the mountain stream, che uscirà iil prossimo ottobre
Incontri La musicista racconta il nuovo disco, Songs of the mountain stream, che uscirà iil prossimo ottobre
Correva l’anno 2003 quando la romana Carla Quadraccia, in arte Carlotta, imperversava con un brano dal titolo L’hai mai fatto l’amore in mezzo al mare?, la cui sostanza è tutta nel ritornello: «Ma l’hai fatto mai l’amore in mezzo al mare / e tra i delfini, le onde e le sirene / Se tu sapessi come viene bene… e lasciati tentare». Nello stesso anno, un’altra Carlotta, tredicenne vercellese, cognome Sillano, componeva musica e parole seduta al pianoforte che fin da bambina frequentava. Da lì a breve le prime esperienze sul palco con band locali e una decisione tanto piccola quanto significativa: dall’altra Carlotta occorreva prendere le distanze. E allora la Carlotta di Vercelli diventa Carlot-ta, trattino in mezzo e nome d’arte. La voce cristallina e potente, in bel contrasto con la morbidezza ricavata dalla tastiera in bianco e nero, comincia a circolare sul sito di My Space, storico social network musicale. Ed è lì che il produttore fiorentino Gianmaria Ciabattari scova Carlot-ta.
Il 2011 segna l’uscita di Make me a picture in the sun per la Anna The Granny Records. Già nel 2010 la stampa di settore aveva eletto la giovanissima vercellese «Rivelazione» al Premio Tenco. L’album le vale il Miglior debutto discografico al MEI d’autore, e il Miglior disco dell’anno nella categoria Under 24 al Festival Supersound di Faenza. Il 2014 vede Carlot-ta vincitrice a fine giugno del Premio Creatività Siae nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto, e fresca stampa del secondo album, Songs of the mountain stream, che circolerà a inizi ottobre.
Le montagne invece delle risaie? La risposta arriva da una timbrica vocale più profonda di quella espressa in musica. «Il disco è ispirato all’orizzonte di montagne di fronte a un paesino, Civiasco, settecento metri di altitudine, 268 abitanti, provincia di Vercelli, nel quale da sempre trascorro le mie vacanze. È un paese che per dimensioni e atmosfere somiglia a West Bay (Dorset, Inghilterra, ndr) dove abita Rob Ellis, produttore artistico di Songs of the mountain stream. Alcune parti delle registrazioni sono state effettuate proprio tra Civiasco e West Bay». Vale sottolineare che il talento di Rob Ellis ha dato il suo contributo a signore della musica chiamate PJ Harvey, Anna Calvi, Marianne Faithfull. L’etichetta del disco porta la firma Brumaio. Si è interrotto il sodalizio con Ciabattari? «Ho sempre scritto in inglese, e ancor di più in francese, lingua di tre brani del mio primo lavoro. Ma il francese è considerato ‘fuori dal giro’. Gianmaria poi voleva un secondo disco tutto italiano. Comporre in italiano non mi corrisponde. Così ho deciso per l’autoproduzione, e grazie alle edizioni Abuzz Supreme sono riuscita ad arrivare a Rob».
Prima di parlare di questa avventura, la domanda più ovvia e insieme più difficile: quali sono i tuoi punti di riferimento, facendo nomi e generi? «Tori Amos, Diamanda Galàs, Joanna Newsom, e sul fronte francese Edith Piaf. Quanto ai generi, se dovessi trovare una definizione mi collocherei nel neofolk e nello spirito puro del pop». Sul piano strumentale, Carlot-ta non si limita al piano. Belle incursioni arrivano da theremin, chitarre, sint, rhodes. Diverso il discorso che riguarda i testi: «Make me a picture in the sun attingeva a Baudelaire, Shakespeare, Emily Dickinson, Prévert. In Songs of the mountain stream, salvo L’insinuant dai versi di Valery, le parole sono mie e nascono dalle sensazioni che mi ha ispirato la bellezza della skyline di Civiasco».
Il tuo rapporto artistico con Ellis? «Gli ho mandato i provini e ovviamente il disco. Non lo ha mai ascoltato. Si è messo al lavoro sui brani nuovi, dicendomi che ci univano i gusti musicali. Strano, pensando al rock da cui Rob proviene. Un po’meno se si considera che lui ascolta soltanto musica francese tra l’800 e il ’900». Cos’hanno in comune il disco di esordio e quello in uscita? Sorride, Carlot-ta: «Quando Ciabattari decise di produrmi ero persino un po’seccata. Pensavo ‘Adesso mi tocca far fronte a una serie di impegni che esulano dalla mia vita’. Però avevo mandato provini molto accurati. Quelli per Rob lo erano un po’meno. Credo che questo possa essere un indizio di continuità».
Inutile chiedere previsioni sul domani. Carlot-ta risponderebbe unendo alla voce profonda un sorriso divertito. Della sua voce in compagnia del pianoforte sentiremo parlare ancora a lungo.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento