Non è più l’epoca dei pullman turistici che sfornavano comitive intere per le manifestazioni di Fi. Mostra d’Oltremare di Napoli, giornata conclusiva de L’Italia che unisce (il format varato il mese scorso a Roma per lanciare la volata alle prossime politiche): ieri mattina i sostenitori azzurri sono arrivati con mezzi propri, alcuni da Lazio, Puglia, Calabria, ognuno con il referente locale. Dei 5mila dichiarati è più probabile che ce ne fossero la metà. Il pezzo di Forza Italia che recalcitra rispetto agli assetti locali va a pescare la scheda tecnica del padiglione dove si tiene la manifestazione: nella sala dei comizi i posti dichiarati sono 1.155. Lo spazio è comunque preso d’assalto.

Sulla balaustra della piccionaia per due giorni hanno fatto mostra di sé gli striscioni realizzati per l’evento: per il coordinatore nazionale «Napoli con Antonio Tajani sempre»; uno dedicato alla fidanzata del Cavaliere «Marta sei nel cuore di Napoli»; ben due per il vice coordinatore regionale, uno recita «A supporto di Franco Silvestro» firmato «gli amici di Casavatore». La giornata è iniziata molto presto, bisogna tenere il pubblico caldo in attesa del finale, a mezzogiorno, con il discorso di Berlusconi. E allora spazio alla canzone napoletana con ‘O surdato ‘nnammurato interpretata da Pietra Montecorvino. Per la chiusura la scelta è scontata: l’inno del partito con il video in versione karaoke. È un’atmosfera vintage venata di nostalgia così nella veste di testimonial arriva Ridge, il protagonista della soap Beautiful, un omaggio alle casalinghe che, racconterà poi Silvio dal palco, sono state una componente importante della sua base elettorale.

Ma non è più il partito spensierato della discesa in campo: ci sono le alleanze spurie di governo e i big azzurri che alternano la lotta per la leadership a tentativi di fuga. Anna Maria Bernini, capogruppo al Senato, la butta sul tono intellettuale: «Avete applaudito Tajani più di Ridge, bravi! una prova di maturità» subito prima di sfoggiare il suo napoletano per elogiare Silvio portatore in un solo colpo di «creanza, cazzimma e ciorta (fortuna ndr)». Grandi saluti, abbracci e omaggi alla presidente del Senato Casellati e alla ministra Carfagna a sottolineare il tentativo di tregua. Le fibrillazioni per le prossime politiche non sono certo finite ma soprattutto Carfagna è un pivot fondamentale nella partita delle politiche al Sud.

La ministra è di Salerno, territorio di De Luca: per oltre due decenni in città tra Fi e il governatore c’è stato un patto di non belligeranza. Alle regionali del 2010 (quando De Luca perse contro Stefano Caldoro) Carfagna prese oltre 55mila preferenze, la consigliera più votata d’Italia. Quelli che non l’apprezzano sottolinearono che una mano era arrivata da Italo Bocchino (all’epoca parlamentare napoletano transitato da An al Pdl). Dai non estimatori si è ripetuta l’accusa di averle sempre dovuto portare voti ma adesso il quadro è diverso. Da ministra per il Sud si è calata nella partita del Pnrr e, forte anche delle relazioni del compagno Alessandro Ruben, ha tessuto la rete di rapporti tra centro, periferia e mondo imprenditoriale per evitare (per quanto possibile in Italia) un nuovo scippo ai danni del Mezzogiorno.

Un lavoro messo a sistema e offerto alle telecamere lo scorso fine settimana a Sorrento per la kermesse organizzata con il Forum Ambrosetti, ribattezzato la Cernobbio del Sud. Oggi, poi, ha convocato a Salerno il pre tavolo per avviare l’iter del Contratto istituzionale di sviluppo della Grande Salerno, invitati 158 comuni. Mosse che hanno innescato un duro scontro, anche via social, con De Luca. Il governatore ieri ha attaccato ancora: «La funzione di governo deve essere distinta dalla funzione di partito altrimenti diventa propaganda. I problemi non li risolviamo con i convegni e la demagogia». Mentre dal palco Berlusconi faceva i complimenti alla ministra: «Se il Pnrr prevede una destinazione vincolata al Sud del 40% lo dobbiamo all’impegno di Mara Carfagna e di tutta Forza Italia».

Resta ancora da pacificare il partito campano. Le ultime tornate elettorali hanno spaccato Fi in due fazioni: da un lato il coordinatore regionale Mimmo De Siano, il senatore Luigi Cesaro (gravato da numerosi procedimento penali) e il coordinatore provinciale di Napoli Antonio Pentangelo, dall’altro il coordinatore di Napoli ed eurodeputato Fulvio Martusciello con un legame forte con Tajani. Martusciello alla Mostra ha fatto il padrone di casa, l’altro gruppo presente ma defilato. Alle amministrative di giugno in nessuno dei comuni partenopei ci sarà il simbolo di Fi. Ma non importa, l’obiettivo sono le politiche. Così si lavora a rinsaldare il rapporto diretto con Berlusconi per superare l’ostacolo più alto: la compilazione delle liste. Dalla fazione per adesso vincente ieri si tiravano le somme: assenti il gruppo di Carlo Sarro da Caserta e di Luigi Casciello da Salerno; fuori Cesaro (salvo un intervento diretto del Cavaliere) mentre con De Siano è pronta la pace.