Politica

Carceri, arriva il garante nazionale dei detenuti

Un pacchetto di misure, nessuna risolutiva ma tutte insieme capaci, secondo le stime del ministero, di abbassare la pressione sulle carceri di circa 3mila unità. Un contributo piccolo: appena il […]

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 17 dicembre 2013

Un pacchetto di misure, nessuna risolutiva ma tutte insieme capaci, secondo le stime del ministero, di abbassare la pressione sulle carceri di circa 3mila unità. Un contributo piccolo: appena il 10% dell’eccedenza di detenuti rispetto alla capacità di accoglienza, condizione che determina quella «disumanità» delle nostre galere denunciata ancora ieri da Giorgio Napolitano. Al quale ha risposto Enrico Letta, anticipando che oggi il Consiglio dei ministri darà una prima risposta, al netto però di quel pacchetto sul penale che la ministra Cancellieri sta preparando da tempo. Quello che resta sono interventi mirati, come quello che aumenta lo «sconto» per buona condotta. La liberazione anticipata passa da 45 a 75 giorni ogni sei mesi di detenzione, ma sarà sempre il giudice a deciderlo. Giudice che dovrà d’ora in poi motivare la rinuncia all’utilizzo del braccialetto elettronico: uno strumento che è rimasto sostanzialmente inapplicato. Si potrà adesso ricorrervi, sempre con il consenso del detenuto, anche per chi è affidato ai servizi sociali o al lavoro esterno. Proprio l’affidamento in prova, la misura che ha chiesto Berlusconi per scontare la sua residua pena di un anno, sarà incentivato: sale a 4 anni da 3 il tetto di pena che si potrà scontare in questo modo alternativo. Più facile, poi, dovrebbe essere l’affidamento terapeutico dei detenuti tossicodipendenti, anche se recidivi. Mentre le misure per espellere i detenuti stranieri restano di difficile applicazione. Infine il decreto introdurrà la figura del garante nazionale dei detenuti, che dovrà essere indipendente dal governo. Per gli interventi che potrebbero essere risolutivi, Cancellieri è attesa in settimana al senato per essere ascoltata sull’amnistia e l’indulto. Toccano al parlamento, ma la ministra è favorevole.

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