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Carcere per chi si arruola con l’Is Varato il pacchetto antiterrorismo

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Roma Sarà possibili oscurare i siti che inneggiano al terrore

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 11 febbraio 2015

Carcere per chi decide di andare a combattere nelle file dell’Is, ma anche per chi arruola i jihadisti e per i lupi solitari, i terroristi isolati che si addestrano da soli. 1.800 soldati in più destinati all’operazione Strade sicure con i compito di sorvegliare obiettivi sensibili. E ancora: verrà stilata una black list dei siti web che inneggiano al terrorismo internazionale e che potranno essere oscurati dall’autorità giudiziaria, mentre per i prefetti sarà più facile espellere coloro che sono ritenuti possibili terroristi. Infine ritiro del passaporto e dei documenti validi per l’espatrio a quanti sono sospettati di volersi recare all’estero per combattere insieme ai jihadisti. Infine non ci sarà nessuna procura nazionale antiterrorismo, ma come già annunciato le competenze spetteranno alla procura nazionale antimafia diretta dal procuratore Franco Roberti.
Dopo averlo più volte annunciato ma poi sempre rimandato, ieri sera il consiglio dei ministri ha approvato il nuovo pacchetto di misure contro il terrorismo internazionale. Si tratta di provvedimenti «studiati per rendere l’Italia un posto sicuro e sereno dove vivere», ha detto il ministro degli Interni Angelino Alfano presentando le nuove misure. «Abbiamo anche previsto l’arresto per coloro i quali detengono materiale esplosivo che serve a preparare le armi o per quelli che omettono di denunciare il furto di questi stessi materiali», ha proseguito Alfano.
In particolare il pacchetto prevede l’istituzione di un nuovo reato per quanti decidono di recarsi a combattere in uno dei teatri di guerra in cui opera l’Is. Per questi è prevista la reclusione da tre a sei anni, stessa pena per chi supporta i foreign fighters e da 5 a 10 anni per i lupi solitari. Prevista un’aggravante di pena per chi si addestra su web.
Nel pacchetto sono inserite anche misure per i nostri 007. «Abbiamo previsto – ha spiegato Alfano – norme che riguardano al possibilità per il personale dei servizi di poter deporre nei processi mantenendo segreta la reale identità personale. E sarà loro consentito con autorizzazione dell’autorità giudiziaria, di effettuare fino a gennaio 2016 colloqui con soggetti detenuti o internati». Ultima novità è l’introduzione di un coordinamento centrale presso la Procura nazionale antimafia per le inchieste che riguardano il terrorismo. «Un risultato molto importante – ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando -, con un soggetto in grado di avere un quadro complessivo di tutto ciò che si muove in quest’ambito. Era atteso da anni da chi indaga su questo fronte».

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