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Caravaggio e la locandiera

Fulmini e saette «Dialoghi possibili». Napoli, dicembre 1609. Interno giorno. Di ritorno da una camminata sulla Collina di Camaldoli per svaporare il cervello, Caravaggio trova nella stanza dove alloggia la locandiera con il […]

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 5 settembre 2020

«Dialoghi possibili».
Napoli, dicembre 1609. Interno giorno. Di ritorno da una camminata sulla Collina di Camaldoli per svaporare il cervello, Caravaggio trova nella stanza dove alloggia la locandiera con il lenzuolo in mano – sta rifacendo il suo letto, imbambolata davanti al quadro di due figure a grandezza naturale che ha finito di dipingere la sera prima.
Locandiera (a Caravaggio): L’hai fatto tu, questo?
Caravaggio: Sì.
Chi è quello con la testa mozzata tenuta dal ragazzo?
Golia.
Golia il gigante? Quello della Bibbia?
Sì.
Perché gli hai dato la tua testa? Che c’entra lui con te?
Mi sento come lui.
Ah… Tieni paura che t’ammazzano? T’hanno bastonato di brutto, stanotte… il lenzuolo è pieno di sangue…
Due ubriachi, due disgraziati… Ma non tengo paura.
Allora perché non ti sei messo nel Davide? Davide teneva meno anni di te, certo… Perché un ragazzo fa la parte di re Davide?
Davide sono io. Così ero, da ragazzo.
Non ti capisco. Come fai ad essere due persone?
Ora sono uno che ha perso tutto, a vent’anni volevo diventare come un re.
Anch’io volevo diventare. Non mi figuravo di finire così (allargando le braccia e gettando il lenzuolo sul letto)
Tieni un tetto, tu, e una famiglia… una casa… come me da ragazzo… Poi mio padre non se l’è portato via la peste.
Tengo casa, sì… è una palla di condannata però. Tu invece viaggi, vedi il mondo, fai una vita aperta… Oggi stai qui, domani dove sarai?
A Roma, se mi lasciano arrivare…
Io non ci sono mai stata… (tornando a guardare il quadro) È bello. Ed è strano… Com’è che Davide tiene un dolore? Ha ucciso Golia, diventerà re, e non l’hai fatto vittorioso, superbo, contento…
Hai mai scannato un agnello, un capretto? Non hai provato dolore, tu?
Sì. Non li compro mai vivi… E com’è che Davide non l’hai vestito all’antica ma come si usa oggi?
Perché? Lo vuoi proprio sapere? Ascolta: se dipingo un personaggio storico coi vestiti del tempo suo, chi guarda il quadro pensa che quella storia è accaduta in un posto lontano e nel passato, come nelle favole. Ma se invece lo dipingo vestito come chi lo sta guardando, qui e ora, allora non è più una favola quella, è la realtà del mondo, è la verità della nostra vita, ora e qui…
Vero! M’hai fatto prendere un colpo, quando sono entrata e ho visto il quadro! Ma il campo di battaglia, dove sta? È tutto buio, non c’è nessuno intorno.
Caravaggio: L’Inferno è vuoto.
http://www.pasqualemisuraca.com/sito/

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