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Cappuccetto Rosso non è sola nel bosco: percorsi di lettura

Cappuccetto Rosso non è sola nel bosco: percorsi di letturaUna tavola di Jackie Morris (per il libro «Il barbagianni, la volpe e la quercia» di Robert Macfarlane, Salani)

Young Nelle selve del mondo, in compagnia di classiche bambine, streghette, poetiche volpi...

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 25 novembre 2023

Il bosco nelle fiabe è la «stanza selvatica» (anche interiore) cui si affida lo spazio dell’ignoto, del fantastico e dello sconfinamento oltre le regole. Ce lo ricorda sempre l’archetipica storia di Cappuccetto Rosso, bambina che – letture psicoanalitiche a parte – sceglie di esplorare la natura non seguendo la famosa «dritta via», ascoltando la voce del lupo che la tenta con promesse di fioriture e incanti stagionali.

La favola torna in questo autunno, tradotta da Bruno Berni, direttamente dalla sua trascrizione integrale dei fratelli Grimm e prende vita grazie ai bellissimi acquerelli dell’austriaca Lisbeth Zwerger, vincitrice del premio Andersen (Camelozampa, pp. 32, euro 18). Ed è sempre la ragazzina che coltiva il senso di meraviglia dentro di sé fino a smarrirsi a inaugurare la nuova collana «In punta di dita, fiabe sonore in movimento»: firmata da Anna Pedrazzini e illustrata da Serena Viola per Edizioni Curci / Curci Young, propone leggende dell’immaginario europeo in musica. L’albo di Cappuccetto Rosso comprende dieci tavole illustrate accompagnate da un breve testo e corredate da contenuti multimediali accessibili tramite Qr code. La musica è tratta dall’Album per la gioventù op. 68 per pianoforte solo di Robert Schumann. Nella penombra fitta boschiva accadono molte cose, brulicano vite, spesso in anfratti segreti. E, a volte, hanno il passo della poesia misterica.

Il barbagianni, la volpe e la quercia di Robert Macfarlane (autore e critico letterario inglese, appassionato alpinista sedotto dai luoghi non addomesticati), uscito per Salani (pp. 240, euro 20, traduttore Giuseppe Iacobaci), è un «romanzo» di ricordi e incantesimi, che sceglie la cifra evocativa al posto della narrazione descrittiva. Così, la natura suggella il suo legame con gli esseri viventi tessendo un circolo magico, fra parole e illustrazioni in acquerello: Robert Macfarlane insieme alla artista Jackie Morris invitano ad aprirsi alla meraviglia, proponendo un viaggio esplorativo fra animali, piante, uccelli, fiori. L’incanto in versi va alla scoperta di barbagianni, volpi rosse, foche grigie, betulle argentate, specie con cui condividiamo le nostre vite e i nostri paesaggi.

Streghetta nocciola di Phoebe Wahl

Nelle foreste, inoltre, si vivono sulla pelle e da vicino i mutamenti delle stagioni. Colori cangianti e fenomeni atmosferici si susseguono ma, in mezzo a tormente o improvvise fioriture possono manifestarsi dei cicli anche psichici, in cui il ritorno di alcuni «aiutanti magici» sancisce un salvifico happy end. È il caso di Streghetta nocciola: la protagonista di questo albo meritoriamente portato in Italia dalla casa editrice Il Castoro è una lavoratrice infaticabile, condivide una certa somiglianza con la ragazzina dal cappuccio rosso e, soprattutto, si prende cura delle creature che popolano la sua estesa dimora, Bosco Muschio.

È piccola di statura, forse mini e per questo condivide una vicinanza speciale con molti esseri altrimenti scostanti e ruvidi: aiuta un lillipuziano gnomo che soffre di solitudine, alleva il gufo Otis che poi lascia libero, coordina topi e conigli nelle faccende quotidiane. Un giorno d’inverno, però, Streghetta Nocciola (nata da Phoebe Wahl, scrittrice e illustratrice americana, cresciuta a contatto con la natura e secondo i principi educativi dell’unschooling) sopravvaluta la sua stessa forza e rimane imprigionata in una tempesta di neve. Sta per morire assiderata quando un gufo – è Otis, ormai diventato maestoso – verrà a sventare il pericolo, riportandola al calore della propria casa.

Per la collana Prima Graphic di Sinnos, arriva in libreria Rufus, volpe di città (pp. 56, euro 13, traduzione di Claudia Valeria Letizia), storia che sceglie di stare in bilico fra quotidianità e atmosfera onirica dei tre fumettisti danesi Thorbjørn Petersen, Herman Ditte, Mårdøn Smet. Rufus vive fra palazzi altissimi, ha un comodo divano, abitudini assai «civili» ed è amico di molti animali urbanizzati. Però un giorno (o forse una notte?) qualcosa in lui si risveglia e dopo una passeggiata un po’ sonnambula arriva in un parco boschivo. Sembra una giungla quasi e quando scoppia un temporale non resta che rifugiarsi in una tana sotterranea, dove molte altre volpi lo aspettano. In agguato c’è la fame, d’improvviso Rufus dovrà fare i conti con la grande differenza fra vita addomesticata e vita selvaggia, rispettando relazioni amichevoli di antica data nonostante l’istinto da predatore che si va rimaterializzando sul suo misterioso sentiero interiore.

Ancora una magnifica fox in cerca di riparo dopo una nevicata è quella che attraversa il silent book realizzato in carta ritagliata da Camille Garoche (Dal bosco una volpe, Emme edizioni, pp. 40, euro 14,90). Una tenera e clandestina amicizia si stabilirà fra lei (con tanto di cuccioli) e un bambino pronto ad accudirla.

Samuele, invece, ha a che fare con i lupi. Confessa di essere stato per lungo tempo, a scuola, l’unico a non conoscere la favola di Cappuccetto Rosso, ma che una volta partito con la madre etologa alla volta del Québec, in Canada, luogo di alberi fitti e laghi cristallizzati, «scriverà» il suo romanzo di formazione in compagnia dei lupi. Che in genere non attaccano l’uomo, ma qualcosa sta succedendo laggiù. Ogni bosco ha la sua anima di Sara Rattaro con le illustrazioni di Roberta Palazzolo (DeA, pp. 112, euro 15,90). In quel viaggio di iniziazione alle leggi della natura, ci sono tre cuccioli in lotta per la sopravvivenza, una lupa ferita, cani costretti a combattimenti clandestini e uno specialissimo amore fra esseri viventi che riescono ad entrare in una corrispondenza affettiva.
Anche nei racconti della buonanotte (fiabe classiche come Hansel e Gretel o Cappuccetto Rosso, che pare dominare questo autunno) che il padre narra a little chicken tornano le selve come luoghi delle anime ombrose.
Abbandoni, pericoli in agguato, incontri demoniaci vengono però sconfitti dalla simpaticissima Gallinella strapazzastorie (pp. 40, euro 17,50) dell’autore americano David Ezra Stein: un albo spassoso che arriva per la prima volta in Italia grazie all’editore Il Barbagianni.

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Se Milo diventa astronauta e sbarca sul pianeta più lontano

Per quelli che hanno già fatto conoscenza con Milo, che sono tanti, sparsi in tutto il mondo (perfino in Thailandia, dove le sue avventure sono popolarissime), non sarà una sorpresa: nel terzo libro di quella che ormai si configura come una vera saga, Storia di Milo, il gatto che salvò Plutone di Costanza Rizzacasa d’Orsogna (Guanda, pp. 122, euro 16), il coraggioso micetto nero, che cammina a zig-zag e non sa saltare, si imbarca in una nuova impresa, ancora più ardita della precedente, che lo aveva portato fino al Polo Sud per riaccompagnare a casa un cucciolo di pinguino, vittima della tratta di animali esotici.

Impacciato nei movimenti ma dotato delle qualità più importanti, sensibilità e coraggio, Milo – stavolta in veste di astronauta – approderà sul pianeta più lontano della galassia e riuscirà a comunicare con la pacifica popolazione locale dei Paffy, tornando poi dalla sua amatissima famiglia umana ancora più ricco di esperienza e saggezza. Come nei due «capitoli» precedenti (Storia di Milo, il gatto che non sapeva saltare, Storia di Milo, il gatto che andò al Polo Sud, anche questi usciti per Guanda), Costanza Rizzacasa d’Orsogna, giornalista sempre molto attenta alle diseguaglianze e all’ambiguo concetto di «diversità», si è ispirata al «suo» Milo e al tempo stesso ha arricchito questa favola contemporanea, rivolta ai bambini come agli adulti, di informazioni documentate sulle imprese spaziali – con un omaggio doveroso alla cagnetta Laika e alla meno nota micia Félicette, vittime inconsapevoli della (incoercibile?) tendenza umana a considerarsi il centro dell’universo. m.t.c.

L’eredità dissidente di Andrej Sacharov
di Guido Caldiron

«Ci sono persone che segnano il destino dell’umanità per anni e persino per decenni». Andrej Sacharov «aveva la rara capacità di guardare all’umanità nel suo insieme, senza perdere di vista il singolo individuo» e senza avere «paura di parlare a viso aperto di ciò che stava realmente accadendo nel mondo». In poche righe, nelle prime pagine di Andrej Sacharov. L’uomo che non aveva paura (Caissa Italia, pp. 56, euro 23), testo di Ksenija Novochat’ko, illustrazioni di Evgenija Rojzman, Olga Terechova, Polia Plavinskaja, è sintetizzata l’eredità che il fisico sovietico, noto per la sua battaglia in favore dei diritti civili che gli valse anche il premio Nobel per la pace, ha lasciato dietro di sé. Perché, come mostra questo bel libro, facilmente destinato ai lettori di diverse età, a più di trent’anni dalla sua scomparsa, avvenuta nel 1989 a Mosca, dove era nato nel 1921, la figura di Sacharov continua ad interrogare sia il presente della Russia che l’orizzonte di quanti si battono per la libertà e la democrazia in quel Paese come nel resto del mondo. Ma la traiettoria esistenziale di Andrej Sacharov ci parla anche di molte altre cose, al punto che la sua storia potrebbe essere forse raccontata come quella di qualcuno che ha vissuto «due vite», a tratti apparentemente contraddittorie. Da un lato c’è infatti il giovane scienziato, cresciuto nell’Urss di Stalin, che fino agli anni Cinquanta partecipa ai progetti sulle bombe termonucleari con i quali l’Urss intende «gareggiare» con il nemico americano. Dall’altro, c’è l’affermato membro dell’Accademia delle Scienze che inizia a mostrarsi critico dapprima proprio dell’escalation bellica del Cremlino, per poi divenire, a partire dagli anni ’70 una delle figure più note del dissenso e della lotta per la libertà a Mosca. Un’unica esistenza, perciò, segnata da una presa di coscienza destinata a cambiare sia le sue sorti personali che quelle del suo Paese: Andrej Sacharov ha segnato una strada che ancora oggi illumina quanti lottano per la verità e la giustizia in Russia.
Il volume sarà presentato a Roma a «Più libri più liberi» il 9 dicembre alle 11 in Sala Luna.

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