Per approcciare i Leda c’è da partire dalla voce: Serena Abrami ha avuto una traiettoria che va dal quarto posto a Sanremo giovani nel 2011 con un brano scritto da Niccolò Fabi, alle collaborazioni con Fossati o Gazzè. Una storia di cantautorato che ora confluisce nella più classica delle formazioni: Enrico Vitali (chitarra), Fabrizio Baioni (batteria) e Mirko Fermani (basso). I Leda con Memorie dal futuro riaccendono e ripercorrono con singolarità quei suoni degli anni ’90 (i synth di Ho continuato) che hanno caratterizzato il fenomeno indie. E con una vocalità sensuale e potente, alla Redeghieri, che si amalgama in maniera strutturata eppure incorporea al rock alternativo (in Pulviscolo) e ai vorticosi cambi di registri di chitarra e batteria (Distanze). Undici tracce che sembrano scritte nella placenta del tempo ritrovato, velate di ribelle malinconia, in cui il filo conduttore è l’evocativa necessità – metaforica e concreta – di tornare a percepire il pulpito di un mondo attanagliato dall’eterno presente. Appunto il disco si chiude con Il sentiero (feat Marino Severini), brano sulla memoria.
Canzoni nude sulle ali del tempo
Note sparse. La voce stentorea di Serena Abrami a guidare il progetto Leda: da Sanremo al rock
Note sparse. La voce stentorea di Serena Abrami a guidare il progetto Leda: da Sanremo al rock
Pubblicato 5 anni faEdizione del 29 maggio 2019
Pubblicato 5 anni faEdizione del 29 maggio 2019