Cantiere di Resistenza, quindici anni dopo
Eventi Uno street festival ricco di eventi spettacolari e spunti di riflessione - dal 13 al 15 maggio. Sono tre giorni on the road - dentro e davanti all'ex Derby - con un cartellone fitto di programmazioni di buon livello
Eventi Uno street festival ricco di eventi spettacolari e spunti di riflessione - dal 13 al 15 maggio. Sono tre giorni on the road - dentro e davanti all'ex Derby - con un cartellone fitto di programmazioni di buon livello
Mesi fa, quando maggio sembrava una promessa, hanno cominciato a tappezzare mezza Milano con centinaia di manifesti che rischiavano di scomparire nella città vetrina dove anche il nulla sotto vuoto viene trasformato in un evento imperdibile. Oggi invece sulla carta, anzi sui cartelloni – sotto i ponti, sui pali della luce, sulle centraline, agli angoli delle strade, fuori dalle scuole, sui cavalcavia, ovunque sia lecito o illecito impastare manifesti e incollare adesivi molesti – il messaggio risulta piuttosto chiaro. Si scrive Res15t (con il numero 15 scritto in rosso) ma si legge Resist, è un chiaro riferimento alle nuove resistenze urbane ma anche al fatto che Il Cantiere di Milano compie 15 anni e li dimostra tutti. I quindicenni spaccano, in tutti i sensi. Danno fastidio e fanno bene.
Il Cantiere ha saputo resistere, e in questa fase piuttosto statica e di basso profilo il centro sociale di via Monte Rosa 84, a Milano, è rimasto uno dei luoghi più irrequieti, propositivi e aperti per fare politica con le antenne sintonizzate sul presente – per esempio sulla tragedia dei migranti respinti dal vecchio continente che sta esalando gli ultimi respiri. Un piccolo miracolo se consideriamo che la naturale vocazione orientata molto a sinistra non risulta arrugginita da liturgie movimentiste troppo respingenti.
La storia è cominciata il 12 maggio del 2001, quando un gruppo di giovanissimi studenti e precari occupò la palazzina del mitico Derby di Milano (cabaret di classe, roba vintage passata alla storia dello spettacolo). Per celebrarla degnamente, vecchia guardia e giovani leve (il Cantiere è ancora un covo di studenti a modo loro resistenti) hanno organizzato uno street festival ricco di eventi spettacolari e spunti di riflessione (da venerdì 13 a domenica 15 maggio). Sono tre giorni on the road – dentro e davanti all’ex Derby – con un cartellone fitto di programmazioni di buon livello inserite in un contesto sempre “social” e di lotta (con libreria, taverna, bar, mostre fotografiche, dj set, esibizioni varie, palestra popolare, letture per bambini, dibattiti, ciclofficina, mercatini anti crisi, laboratori di autoproduzione, tornei di calcetto, esibizioni di rock band studentesche, proiezioni cinematografiche e altro ancora).
Venerdì il piatto forte prevede alle 20,30 la proiezione del film Citizenfour, il documentario di Laura Poitras sulla Nsa che ha vinto l’Oscar, e il concerto degli “Asian Dub Foundation”. La giornata di sabato – si comincia al mattino con i giochi per i bambini – si scalda sognando Parigi e le notti in piedi: alle 16 con il film di François Ruffin Merci Patron che ha ispirato il movimento francese Nuit Debout e alle 18 con un dibattito cui partecipano alcuni esponenti del Dal (Droit au Logement); a seguire concerto dei Sud Sound System. Domenica, al mattino, laboratorio di formaggi per bambini, al pomeriggio studenti in rock, alle 18 dibattito su vecchie e nuove forme di speculazione – diritto alla casa – e la sera party finale per “Res15t” almeno fino all’alba (programma: www.cantiere.org). Per i prossimi 15 anni si vedrà.
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