La circostanza che conquista, lungo il percorso della mostra alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, è innanzitutto la solida architettura d’insieme, in accordo col rigore delle scelte espositive. Si tratta di notazioni di qualche rilevanza, perché contraddicono la difficoltà intrinseca agli spazi per le temporanee ricavati nell’ex noviziato di Sant’Ignazio, un dedalo di rampe e divisori collocati al -1 nell’istituzione attualmente diretta da Maria Luisa Pacelli. La storia d’amore fra Canova e la città, ricostruita per cura di Alessio Costarelli, incardina invece il proprio sviluppo a un crescendo – assieme emotivo e intellettuale – d’inesorabile coerenza: così, l’accorta selezione dei pezzi...