Cannabis legale: le proposte ci sono, manca la volontà politica
A otto mesi dalla consegna di oltre 60mila firme su una proposta di legge per la regolamentazione legale della produzione, consumo e commercio della cannabis e suoi derivati, la Presidente […]
A otto mesi dalla consegna di oltre 60mila firme su una proposta di legge per la regolamentazione legale della produzione, consumo e commercio della cannabis e suoi derivati, la Presidente […]
A otto mesi dalla consegna di oltre 60mila firme su una proposta di legge per la regolamentazione legale della produzione, consumo e commercio della cannabis e suoi derivati, la Presidente della Camera Laura Boldrini ha comunicato all’Associazione Luca Coscioni che il controllo dei certificati elettorali si è concluso con successo e che il testo verrà assegnato alle commissioni competenti.
La Presidenta Boldrini, che ha sempre dimostrato una sincera attenzione al contributo della società civile ai lavori istituzionali, ha aggiornato al 2017 la prassi del controllo dei certificati elettorali che, in parte, avevamo consegnato in formato digitale, considerandoli validi.
Si tratta quindi di una buona notizia per il merito e il metodo che rappresenta e rende finalmente omaggio a chi per mesi ha consentito a oltre 60mila cittadini di farsi legislatori.
Tra l’altro la comunicazione della Camera ci è giunta nel momento in cui le agenzie rendevano nota la proposta dello stralcio della parte terapeutica avanzata dell’onorevole Margherita Miotto, relatrice del provvedimento per la parte sanitaria, che affosserebbe definitivamente la proposta della legalizzazione totale bloccata alla Camera da quasi un anno.
La proposta di legge «Legalizziamo!» si va ad aggiungere al compromesso elaborato dall’inter-gruppo parlamentare «Cannabis Legale» con proposte che, pur in linea con l’impianto di regolamentazione legale previsto, tendono a liberalizzare quanto più possibile la coltivazione per uso personale quanto quella per fini commerciali. Allo stesso tempo la proposta contiene norme per la totale depenalizzazione di uso e possesso personale di tutte le sostanze proibite e elabora un meccanismo affinché, in modo automatico, all’entrata in vigore della legge verrebbero liberati i detenuti in carcere per condotte non ritenute più criminali.
Si tratta di una riforma di buon senso che negli ultimi anni ha messo d’accordo decine di magistrati e la Direzione Nazionale Antimafia e che sottrarrebbe risorse alle mafie consegnandole all’erario, liberando milioni di consumatori dal mercato criminale informandoli sulla qualità di quanto consumano.
Da maggio di quest’anno, tutti i sabati, Mario Staderini, già segretario di Radicali Italiani, con a turno Marco Gentili, co-Presidente dell’Associazione Luca Coscioni, Leonardo Monaco, Segretario dell’Associazione Radicale Certi Dritti, Marco Perduca, coordinatore di Legalizziamo.it e io abbiamo manifestato con un «duran adam» – la nonviolenza resa famosa dai fatti di Piazza Taksim a Istanbul – davanti al Quirinale per attirare l’attenzione del Presidente della Repubblica su quanto accade in Italia relativamente agli strumenti di iniziativa popolare, in particolare ai referendum e le leggi d’iniziativa popolare. La decisione della Camera onora anche questa forma di denuncia.
Il 26 giugno, assieme alle associazioni del Cartello di Genova, di cui l’Associazione Luca Coscioni fa parte, abbiamo presentato l’ottavo Libro Bianco sulla legge Fini-Giovanardi con dati che confermano che le droghe in Italia restano totalmente fuori dal controllo delle forze dell’ordine. Numeri che denunciano come non aver dato seguito alla sentenza della Consulta del 2014 che ha smontato la legge sulla droga stia facendo di nuovo riempire le carceri.
La questione resta molto popolare, proposte legislative abbondano, il tempo ci sarebbe, manca la volontà politiche che faccia collaborare Parlamento e Governo per conquistare una regolamentazione legale della cannabis partendo da una depenalizzazione complessiva di coltivazione, uso e possesso personale.
*Segretario Associazione Luca Coscioni
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